“Cari amici, impareremo con il tempo a conoscerci meglio”. Si è concluso così il discorso del Papa ai giornalisti, nella prima udienza pubblica, in Aula Paolo VI. “Abbiamo vissuto – possiamo dire insieme – giorni davvero speciali”, il bilancio di Leone XIV: “Li abbiamo, li avete condivisi con ogni mezzo di comunicazione: la tv, la radio, il web, i social. Vorrei tanto che ognuno di noi potesse dire di essi che ci hanno svelato un pizzico del mistero della nostra umanità, e che ci hanno lasciato un desiderio di amore e di pace”. “Per questo ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali”, la consegna finale agli operatori dei media: “Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”. “Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana”, ha affermato il Papa, utilizzando gli stessi aggettivi che, nel suo primo saluto dalla Loggia delle Benedizioni, aveva associato alla pace.
“Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore”, ha concluso: “Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace”.
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