(Foto ANSA/SIR)

Di Andrea Regimenti

“Lo conosciamo da tanti anni, lo conosciamo bene. È un nostro fratello. Sono troppo contenta per parlare”. Suor Fulvia Sieni, monaca agostiniana di clausura, badessa della comunità dei Santi Quattro Coronati, non riesce a trattenere la gioia per l’elezione al Soglio Pontificio di Robert Francis Prevost, Papa Leone XIV.

Madre, quindi conoscete bene il Papa?
Lo conosciamo bene e conosciamo il bene che vuole alla Chiesa e con quanta passione ha vissuto il suo ministero da sempre: prima come frate, poi come padre generale. È stato molto importante per noi. Siamo davvero contente.

Come agostiniano, che contributo può portare alla Chiesa e alla pace? Nel suo primo discorso sono molti i riferimenti alla pace e all’unità.
Sì, perché nel cuore della spiritualità agostiniana c’è l’unità. Agostino ha vissuto in un tempo di grande frammentazione, sia dentro che fuori la Chiesa. E il tessuto spirituale da cui è forgiato il Santo Padre è proprio questo: l’unità. Questo desiderio di essere un’anima sola, che è al centro del cuore di ogni agostiniano.

Credo che possa essere una voce profetica per l’unità e la comunione.

Per noi agostiniani, il criterio di discernimento per ogni decisione è sempre la comunione: è la nostra priorità. E sono sicura che il Santo Padre sia immerso in questa prospettiva con una pienezza di fede che abbiamo sempre ammirato in lui.

Che ne pensa del nome scelto dal Pontefice?
È un segno davvero interessante. Perché andare a riscoprire e rivalorizzare chi ha fatto tanto bene per la Chiesa mi sembra un gesto molto significativo, quasi un richiamo a mantenere insieme la realtà e la storia. Credo che questo sia un segno importante.

Avete avuto modo di vederlo in questi giorni? Di stare con lui?
Sì, è stato con noi alla celebrazione del 25 marzo, l’Annunciazione.

Abbiamo trascorso del tempo insieme, abbiamo mangiato insieme. Ma chiaramente, in quel momento, ancora non si sapeva nulla. Però è stato un incontro di grande fraternità, come è sempre stato con lui, anche negli anni passati. Per noi è davvero un fratello, nel senso più profondo del termine agostiniano e religioso.

Un ricordo personale legato al Santo Padre?
Sì, la mia professione solenne. Lui era padre generale quando sono entrata nell’ordine agostiniano. Ha preceduto la mia professione e quindi ho un ricordo affettivo legato a lui, che ha segnato l’inizio del mio cammino.

Che cosa si augura per lui e per questo nuovo pontificato?
Mi auguro che possa vivere questo ministero con compassione e con letizia. Spero che il Signore lo sostenga in ogni cosa.

Era molto emozionato…
Sì, l’ho visto molto emozionato, giustamente. È una persona deliziosa, sempre molto riservata, ma comunica moltissimo con gli occhi.

Un ultimo pensiero per il Papa?

Preghiamo per lui e lasciamo che sia il Signore a fare la storia.

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