SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolto mercoledì 4 maggio, alle ore 21:15, presso la Chiesa di Cristo Re in Porto d’Ascoli di San Benedetto del Tronto, l’incontro del vescovo Carlo Bresciani con gli associati dell’Azione Cattolica della Vicaria San Giacomo della Marca.

Queste le parole che il vescovo Carlo ha rivolto agli associati presenti: “La fede non è solo credere, ma anche agire. La Chiesa non si costruisce solo con la fede, ma con la vita: o la fede si fa storia o diventa sentimentalismo. Gesù ce lo insegna: Egli si è inserito nella storia, non ha cercato un rifugio consolatorio, bensì ha agito nel contesto in cui si è trovato. Anche voi associati dell’Azione Cattolica siete chiamati a farvi storia, a stare dentro la parrocchia, ma non chiusi nella parrocchia. Oggi uno dei due grandi rischi del mondo associativo cattolico è quello di un cristianesimo chiuso. Da un lato è necessario fare gruppo: da soli, infatti, non si va da nessuna parte e, se siete battitori liberi, non siete Chiesa. Dall’altro lato, però, anche se state chiusi e fate il ‘gruppetto’, non siete Chiesa. Dunque siete chiamati ad avere un respiro ecclesiale aperto. Il secondo rischio che si corre oggi è quello di un cristianesimo che guarda indietro, ancorato al passato e magari sopraffatto dalla nostalgia per quello che è stato e che non può più essere. Vi esorto allora a non vivere nel passato: certamente fatene tesoro, ma proiettatevi verso il futuro. Ora costruire il futuro è la vera sfida che vi attende. L’Azione Cattolica può fare questo, tenendo conto delle sue due inclinazioni caratterizzanti: una dimensione ecclesiale e un respiro sociale. So che potete farlo e lo farete, in quanto voi siete già palestra di sinodalità.”

A seguire il vescovo ha passato la parola ai vari associati presenti i quali hanno fotografato la situazione di ogni gruppo parrocchiale, evidenziandone sia le criticità che i punti di forza. Al termine di questo confronto franco e onesto, il vescovo Bresciani ha elargito alcuni suggerimenti per la vita associativa futura: “Due sono le parole che possiamo prendere come impegno concreto per costruire un futuro associativo fruttuoso. La prima è dialogo. Il dialogo  non è mai facile, neanche tra marito e moglie, tra genitori e figli, a maggior ragione non lo è neanche all’interno delle associazioni. Tuttavia bisogna partire proprio dalla capacità di dialogare. Se non siamo in grado di dialogare tra di noi, come possiamo pretendere di dialogare al di fuori? Dobbiamo prima guardarci dentro e poi guardarci intorno.

La seconda parola che dobbiamo tenere presente e che è strettamente collegata alla prima, è sinodalità. Ecco: viviamo e realizziamo la sinodalità prima all’interno dell’Azione Cattolica, dei nostri gruppi, e poi all’esterno.

Entrambe queste parole ci ricordano che è necessaria una Chiesa in uscita. Una Chiesa che non sia lamentosa, che non è attraente per nessuno, bensì una Chiesa accogliente, che dialoghi con tutti, che si confronti con tutti e che trascini tutti con l’esempio. Questo è molto importante perché le associazioni non si basano solo sui contenuti, che certamente sono importanti, ma anche sulle relazioni personali. Una Chiesa che esca da una prospettiva strettamente clericale. Le cose vanno bene solo se ci sono i preti?  No. Le cose vanno bene se ci sono i cristiani. E l’Azione Cattolica è il laicato che si assume le sue responsabilità. Pertanto, pur restando dentro le difficoltà della storia – che sono la croce di Cristo – allarghiamo comunque gli orizzonti. Del resto un cristianesimo senza croce è un’illusione.  Dunque impariamo a superare le difficoltà con spirito cristiano, ovvero con sentimenti di fiducia e speranza verso il futuro.

 

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1 commento

  • Don Luigino
    11/05/2022 alle 08:19

    meraviglioso! Se ce ne fosse ancora bisogno, manifesta quanto il vescovo Carlo conosca e ami l’Azione Cattolica. Un vero identikit dell’Associazione; monito di aderenza al movimento ecclesiale presente; incoraggiamento alla perseveranza nella Chiesa di Papa Francesco “sinodale e in uscita”.

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