
“Quante persone – quanti piccoli! – anche ai nostri giorni subiscono il trauma di questa morte spaventosa perché sfigurata dal peccato”.
Lo ha esclamato il Papa, nella messa presieduta in piazza San Pietro in suffragio di papa Francesco e dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno. Il riferimento è all’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, il cui punto di partenza “è l’esperienza della morte, e nella sua forma peggiore: la morte violenta che uccide l’innocente e così lascia sfiduciati, scoraggiati, disperati”. “Per questa morte non possiamo e non dobbiamo dire ‘laudato si’’, perché Dio Padre non la vuole, e ha mandato il proprio Figlio nel mondo per liberarcene”, il monito di Leone XIV: “È scritto: il Cristo doveva patire queste sofferenze per entrare nella sua gloria e donarci la vita eterna. Lui solo può portare su di sé e dentro di sé questa morte corrotta senza esserne corrotto. Lui solo ha parole di vita eterna – trepidanti lo confessiamo qui vicino al Sepolcro di san Pietro – e queste parole hanno il potere di far ardere nuovamente la fede e la speranza nei nostri cuori”.




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