COMUNANZA – Ci sono in Italia numerosi centri montani che vivono difficoltà come la mancanza di lavoro, di infrastrutture e, di conseguenza, lo spopolamento. A volte, queste comunità reagiscono; altre volte non hanno l’energia necessaria per farlo.
Ma questo non è il caso di Comunanza, una località della provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche, situata a 448 m sul livello del mare, nel circondario dei monti Sibillini e attraversata dal fiume Aso.
A questa comunità, che oggi conta 2.893 abitanti, la rinuncia non si addice, un po’ per lo spirito fiero e combattivo, un po’ per la rete di solidarietà che la circonda, la sostiene concretamente e la incoraggia.
A Comunanza esiste dal 1973 una fabbrica di elettrodomestici, la Beko (ex Merloni, ex Ariston), che nel 2024, per motivi legati al calo delle vendite, ha iniziato ad avvertire problemi di chiusura. Nel 2025 la comunità, guidata dal sindaco Sacconi, unitamente dalla Diocesi di San Benedetto, Ripatransone, Montalto Marche, con il diretto coinvolgimento del Vescovo Gianpiero Palmieri, ha comunque scongiurato la chiusura salvando i posti di lavoro.
Sulla scia “battagliera” di questa esperienza, la comunità ha ribadito la necessità dell’impegno. Impegno che frutto e consente a tante persone di conservare il lavoro. Non solo: la comunità si attiva e cerca nuove soluzioni. Soluzioni basate anche sulle ultime tecnologie, valutate in tavole tematiche con esperti e promosse tra le nuove generazioni.
La manifestazione del 17 e 18 maggio, intitolata “Villaggio delle buone pratiche” all’interno della Porta della Speranza del Lavoro, è la dimostrazione della volontà di una comunità di non arrendersi, ma di lottare per la propria sussistenza, studiando nuove occupazioni e potenziando quelle esistenti, come il turismo montano.

Ed è doveroso ricordare le splendide montagne circostanti, che offrono percorsi unici di trekking e una gastronomia tipica e genuina.
Il “Villaggio delle buone pratiche”, promosso dalla Diocesi di Ascoli Piceno e dalla Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, ha avuto come obiettivo l’incontro attivo tra studenti e professionisti, associazioni e istituzioni, per costruire un futuro più equo, solidale e sostenibile, e per orientare fin da subito le giovani generazioni al mondo del lavoro.
Alle iniziative di piazza, alle visite guidate nelle aziende del territorio dedicate agli studenti delle scuole medie, ai dibattiti con esperti della tavola rotonda, hanno dato un contributo importantissimo numerose persone, tra cui: il sociologo CNO ELIS Massimiliano Colombi, la dirigente scolastica Alessia Cicconi, don Bruno Bignami, direttore nazionale della Pastorale Sociale e del Lavoro, il Vescovo mons. Gianpiero Palmieri, Passaretti Luigi, responsabile della Pastorale del Lavoro di San Benedetto del Tronto, Franco Veccia, responsabile regionale della Pastorale Sociale del Lavoro, Andrea Persiani, segretario del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica della Diocesi (MLAC), Antonella Simeni, delegata regionale per il MLAC.

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FOTO La “Porta della Speranza” sul Lavoro a Comunanza: studenti in azienda e un dialogo collettivo su lavoro, comunità e territorio

Comunanza, “Porta della Speranza”: due giornate giubilari dedicate al lavoro e alla speranza

Parlando con alcuni dei principali organizzatori è stato possibile comprendere meglio la tabella progettuale nella quale si inserisce la manifestazione di Comunanza, nonché l’obiettivo finale.

Come è nata l’idea di questa manifestazione sinergica?
Passaretti Luigi:Questa manifestazione è nata da una serie di iniziative prese in seguito al rischio, ormai scongiurato, di chiusura della Beko, e ha voluto dare continuità al progetto del Vescovo Gianpiero Palmieri, avviato a Montegallo tre anni fa, che auspicava un’inversione di marcia nello spopolamento delle aree interne, e l’individuazione di soluzioni alle difficoltà di gestione e ripresa di un territorio terremotato.”

Cosa vuole rappresentare la manifestazione e quale obiettivo ha avuto?
Franco Veccia:La Porta della speranza nel Lavoro a Comunanza è stata l’occasione per costruire una ‘grande alleanza’ tra le Diocesi, le istituzioni, aziende, associazioni e istituti scolastici, per difendere il lavoro, renderlo sempre più dignitoso e compatibile con il cambiamento che stiamo attraversando.”

Quali riflessioni sono scaturite in seguito a questi appuntamenti?
Passaretti Luigi:Da queste azioni è emersa la necessità di un’economia per le aree interne. Conoscendo il passato e analizzando il presente, si può proiettare un futuro economico; con il supporto tecnologico e dell’IA, orientando anche gli studenti del territorio al mondo del lavoro.”

Per questa ragione sono state progettate visite guidate delle scuole nelle aziende del territorio? Lei, tra l’altro, è da vent’anni impegnato nell’orientamento lavorativo nelle scuole.
Passaretti Luigi:Ritengo molto importante l’orientamento dei ragazzi al lavoro, per questo motivo dedico del tempo a queste attività. In quest’occasione hanno partecipato alle visite l’ISC di Comunanza, Montemonaco, Force e Santa Vittoria: quattro classi, accompagnate dalla Preside Alessia Cicconi e dal Vescovo mons. Palmieri, in quattro aziende.”

Gli studenti hanno dimostrato interesse?
Passaretti Luigi:Sì. I ragazzi hanno potuto osservare alcuni processi produttivi, rendersi conto delle potenzialità della tecnologia e dell’intelligenza artificiale e sperimentare in prima persona alcuni procedimenti.”

Ma per creare un’economia in queste zone, si affronta anche il problema della viabilità? Le infrastrutture sono adeguate?
Franco Veccia:A Comunanza si arriva sia dall’Adriatica 16, sia da Ascoli Piceno, in un tempo relativamente breve. Dall’esperienza della fabbrica – prima Merloni, ora Beko – con alcuni indotti, si è creato nel tempo un polo industriale importante, che ha portato ricchezza a Comunanza. Si sono succedute generazioni di imprenditori, che in alcuni casi hanno passato il testimone ai figli. Tuttavia, il futuro lavorativo è incerto, perché molti giovani hanno preferito andare altrove a studiare o lavorare, facendo venir meno la continuità nella gestione delle aziende.”

Quale altra vocazione ha questo territorio, oltre a quella industriale?
Franco Veccia:Questo territorio è ricco di opportunità. Basta pensare alle sue bellezze naturali: i monti Sibillini, il Vettore, i laghi. Qui si potrebbe sviluppare il turismo. Occorre convincere i giovani che possono avere un futuro lavorativo anche in questo settore.”

Cosa manca, in sostanza, per promuovere ancora di più il lavoro su questo territorio?
Franco Veccia:Manca una rete unica che unisca enti pubblici e privati, scuole e aziende. Una rete in grado di organizzare il mondo del lavoro. Solo così i giovani potrebbero restare.”

Sindaco, lei si è impegnato con successo, insieme alla cittadinanza, per salvaguardare i lavoratori della Beko. Complimenti! Tuttavia, sul territorio si registra un problema di spopolamento e mancanza di manodopera. Per sopperire a questa carenza, avete accolto anche lavoratori immigrati?
Domenico Sacconi:Sì. Abbiamo circa 250 immigrati indiani, ma anche rumeni e di altre nazionalità.”

Dunque, sono state attivate politiche di integrazione per loro?
Domenico Sacconi:Certo. Un’iniziativa importante è la festa dell’India, che si tiene ogni anno ad agosto ed è molto partecipata. In quell’occasione si realizza uno scambio interculturale tra la comunità indiana e quella locale.”

Tra le persone attivamente impegnate nella piazza di Comunanza ci sono stati anche Andrea Persiani e Antonella Simeni, segretario e delegata regionale per il MLAC, che hanno condiviso con i presenti le buone pratiche del movimento da loro rappresentato, come le attività di progettazione sociale “Le panchine del racconto”: quattro panchine posizionate nei Comuni di Grottammare, Acquaviva, Montedinove e Rotella, sulle quali sono incise bellissime storie locali.

In conclusione, è doveroso menzionare la centralità delle Diocesi, del Vescovo Gianpiero Palmieri, delle associazioni, che sulle orme della Laudato Sii di Papa Francesco, si sono adoperate per un miglioramento della situazione sociale delle comunità, praticando la testimonianza concreta della speranza, motore della manifestazione.

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