COMUNANZAVenerdì 16 maggio ha rappresentato per Comunanza una giornata di esperienze, riflessioni e partecipazione. Un intreccio di sguardi rivolti al futuro che ha coinvolto giovani studenti, aziende, educatori, istituzioni e cittadini in un percorso condiviso fatto di scoperta, ascolto e visione.
La mattinata si è aperta con le visite guidate in alcune aziende del territorio, un’opportunità concreta per gli alunni dell’Istituto Comprensivo dei Sibillini di entrare in contatto diretto con il mondo del lavoro e le sue trasformazioni. Accompagnati anche dal Vescovo Gianpiero Palmieri, e dal Parroco don Luca Rammella, i ragazzi hanno potuto osservare da vicino la produzione industriale e artigiana in realtà locali come Unionalpha Spa, specializzata in cablaggi elettrici, Tiburtini Srl, attiva nella realizzazione di accessori metallici, Selettra Srl, anch’essa impegnata nella produzione di cablaggi, la M.E.P. di Passaretti Vito, che si occupa della lavorazione dei metalli con taglio laser, e la falegnameria di Amleto Chiaramarini. Le aziende hanno aperto le porte alla curiosità dei giovani, raccontando il valore della competenza, della passione e dell’innovazione nei contesti produttivi dell’entroterra.
Il pomeriggio è stato invece dedicato al confronto pubblico, ospitato all’Auditorium Adriano Luzi, con una tavola rotonda dal titolo “Le 4 chiavi per il futuro del lavoro: Abitare, Accompagnare, Appassionarsi, Animare”. È stato un racconto di resistenza, visione e impegno collettivo, in cui si è cercato di esplorare il significato profondo del verbo “abitare” all’interno del contesto più ampio dello spopolamento delle aree interne.

Il dibattito ha preso forma attraverso gli interventi del sociologo Massimiliano Colombi, della dirigente scolastica Alessia Cicconi, di don Bruno Bignami – direttore nazionale dell’Ufficio CEI per i Problemi Sociali e il Lavoro – e grazie al contributo di esperienze locali significative come la cooperativa sociale Diogene, l’associazione Abitare e il Progetto Policoro.
Tra i protagonisti dell’incontro l’associazione Abitare APS, nata dall’iniziativa condivisa di cittadini e amministratori locali, guidata dalla neo-presidente Nadia Dobbiani. Il progetto, avviato un anno fa durante la Fiera degli Uccelli, ha preso forma come risposta attiva allo spopolamento, con l’obiettivo di restituire ai luoghi dell’entroterra una prospettiva di attrattività, vivibilità e radicamento. Circa trenta cittadini sono stati coinvolti in un percorso partecipato che ha portato alla nascita dell’associazione, che oggi si affida a un direttivo giovane e a prevalente presenza femminile.
Massimiliano Colombi ha approfondito il significato del verbo “abitare”, sottolineando come esso non si esaurisca nello stare fisicamente in un luogo, ma implichi relazione, memoria, identità e futuro. Ha offerto esempi virtuosi provenienti da altre aree del Paese, come le foresterie aziendali per lavoratori fuori sede, la coabitazione assistita per anziani o la figura dell’intermediario sociale nel mercato immobiliare, ormai inaccessibile a molte fasce della popolazione. “Dall’appartamento alla comunità” è stata la provocazione finale del sociologo, per richiamare l’urgenza di riscoprire un senso di vicinato e condivisione.
Profonda e toccante anche la testimonianza di Stefano Abruggia, fondatore della cooperativa Diogene, nata da un gruppo di disoccupati over 50. Con il sostegno della diocesi e molta tenacia, oggi sono riusciti a costruirsi un’opportunità concreta, lavorando stabilmente nel settore del giardinaggio per diversi comuni della zona. Un esempio emblematico di come l’accompagnamento e l’autorganizzazione possano trasformare una situazione di crisi in una storia di rinascita.
La dirigente Alessia Cicconi ha ribadito il ruolo centrale della scuola nella formazione di cittadini consapevoli, capaci di abitare il proprio territorio non solo con competenze tecniche ma anche con responsabilità, visione e desiderio di contribuire. In conclusione, le parole del Vescovo Palmieri hanno offerto una sintesi profonda del senso dell’incontro: non si abita mai da soli, e solo insieme si può affrontare la crisi come opportunità di crescita, secondo le parole di Papa Francesco.

Vescovo Palmieri: “Quasi sempre ci si chiede: ma la Chiesa si occupa anche di queste cose? E io rispondo: certo che sì. Il tema del lavoro è da sempre centrale nella vita della comunità cristiana, non solo come questione sociale, ma anche come dimensione pastorale e spirituale.

La Chiesa ha sempre avuto a cuore il lavoro, perché è parte integrante della dignità dell’uomo. Negli ultimi tempi, forse anche per la crescente complessità delle sfide che affrontiamo, questo tema è tornato con ancora più forza al centro della nostra attenzione. Il linguaggio con cui oggi parliamo di lavoro è più immediato, più diretto, perché le ferite e le urgenze sono sotto gli occhi di tutti.

Il lavoro, infatti, è una dimensione fondamentale della vita umana. Vi dedichiamo tempo, energie, sogni. Ma deve essere un lavoro dignitoso, che permetta alla persona non solo di sostenersi, ma anche di realizzarsi. Il lavoro non è solo fatica: è anche vocazione, è modo concreto di partecipare alla costruzione del bene comune.

Essere capaci di svolgere un lavoro con competenza e dedizione è già una forma di testimonianza. Ecco perché tutto ciò che riguarda il lavoro riguarda anche la Chiesa. Le cosiddette “zone interne”, spesso dimenticate o marginalizzate, sono invece piene di potenzialità, di persone che desiderano vivere con creatività e dignità”.

Il Vescovo ha poi affermato: “Le difficoltà non mancano: lo spopolamento, l’impoverimento, la crisi economica che ha colpito duramente. Anche il nostro territorio di Comunanza ha vissuto momenti di grande prova. Ma proprio da qui può nascere un nuovo inizio, una “porta di speranza” che si apre sul futuro.

Siamo tutti chiamati, insieme, a riflettere e ad agire. La crisi del lavoro non è solo una questione economica: è una crisi della speranza. Per questo è importante esserci oggi, qui, per condividere pensieri, proposte, esperienze.

Grazie a tutti voi, a chi si impegna ogni giorno con passione e coraggio. Oggi cominciamo, o forse continuiamo, un cammino da vivere insieme. Un cammino di ascolto, di solidarietà e di impegno”.

L’esperienza vissuta a Comunanza ha lasciato un messaggio chiaro: un altro modo di abitare – il lavoro, la comunità, il territorio – è non solo auspicabile, ma già in cammino.

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