
Mons. Santo Marcianò ha celebrato, questa mattina a Roma, nella chiesa dei Santi XII Apostoli, la sua ultima Messa crismale come ordinario militare per l’Italia. Dopo quasi dodici anni di servizio episcopale tra le Forze Armate, l’arcivescovo ha voluto trasformare il suo commiato in un sentito ringraziamento ai cappellani militari, moltissimi giunti da ogni parte di Italia. “Abbiamo camminato assieme nell’amore ‘del’ Signore, è Suo l’Amore che ha mosso i nostri passi”, ha detto Marcianò sottolineando come la fedeltà di Dio abbia guidato la vita e il ministero sacerdotale condiviso. “Davvero la Grazia di Dio ha attraversato la storia di questi anni! Si è riversata con abbondanza sulla nostra Chiesa Ordinariato militare; ma se essa ha portato frutto è anche per il vostro sacerdozio che l’ha accolta; per il ministero di voi cappellani militari, la cui preziosità ho potuto conoscere sempre meglio, imparando tanto da tutti voi e crescendo con voi nel mio stesso episcopato”. Mons. Marcianò ha ricordato “i corsi di formazione annuali, preziosa occasione di aggiornamento, condivisione, preghiera e ristoro; gli Esercizi Spirituali, che ci hanno visto spezzare la Parola, pregando assieme e pregando gli uni per gli altri, gli Esercizi in Terra Santa e il cammino compiuto dal Seminario San Giovanni XXIII. Grazie a tutti i seminaristi che hanno fatto la comunità, molti dei quali ho avuto la grazia di ordinare sacerdoti”. Tra le gioie “più grandi” di questi anni, l’ordinario militare ha annoverato “due doni di santità: la canonizzazione di Giovanni XXIII e la sua proclamazione a patrono dell’Esercito italiano e il recente Decreto di venerabilità di Salvo D’Acquisto, giovane carabiniere, icona di quel dono di vita che anima tanti dei nostri militari”. Un pensiero speciale l’arcivescovo lo ha rivolto alle famiglie dei militari morti in servizio e ai giovani militari e ai fedeli incontrati in missione, a Lourdes, durante le emergenze e nei drammi della pandemia. E ancora, rivolto ai cappellani militari, ha aggiunto: “Da sacerdoti, voi accompagnate personalmente tutti: dai militari nelle caserme agli allievi nelle Scuole; da coloro che sono impegnati nelle emergenze a quelli che svolgono compiti di alta responsabilità di guida, anche nel mondo delle Istituzioni. Siete accolti e cercati da loro e ne stimolate il servizio alla giustizia, al bene comune, alla pace, sapendo che, in ogni luogo, è un privilegio – lo è stato pure per me – portare Cristo e il Suo Vangelo, portare l’olio di consolazione che ci ha unti nell’ordinazione e che va versato sui fratelli”. Chiudendo l’omelia mons. Marcianò ha lasciato a tutti i cappellani una consegna: “C’è tanta santità in voi! Cercate di crederci, di coltivarla, di crescere in essa sempre”.
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