(foto: Caritas italiana)

“La politica europea, che in questo momento privilegia i temi della sicurezza e della difesa, va riportata con i piedi per terra e con l’attenzione ai valori fondamentali, ai diritti e alla dignità delle persone. Le Caritas sono in grado di parlare di determinati temi – uno tra tutti le politiche migratorie – proprio perché sono immerse nella realtà, la conoscono e vi si impegnano di persona”.

È quanto si legge in una nota di Caritas italiana, durante la prima giornata del Coordinamento Europa in corso a Roma. Elena Granaglia, co-coordinatrice del Forum Disuguaglianze e diversità, ha ricordato come l’Europa immaginata nel Manifesto di Ventotene (1941) fosse vista come frontiera e orizzonte per garantire più giustizia sociale, più libertà e una pace che la guerra allora in corso avevano messo in discussione. “Altiero Spinelli e gli altri – ha detto Granaglia – ci hanno dato dei sogni di giustizia sociale, pace e libertà. Forse oggi non dobbiamo fare grandi salti, non è necessario un grande balzo in avanti, ma si può procedere passo dopo passo. L’Europa così com’è può fare già molto e a molti livelli”.
Il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, si è rivolto alla Caritas diocesane invitandole a riempire di domande e contenuti il Coordinamento Europa: “Importante, questo luogo di confronto, perché il sogno europeo resti vivo, per sviluppare una formazione e un’informazione vere in un’epoca di fake news e di bisogno di autenticità, per rilanciare il tema di una cittadinanza globale”. Caritas Italiana, ha ricordato, è molto presente nella rete globale, in Caritas Europa e in Caritas Internationalis. “Il sogno di un’Europa unita: è questo che ci deve guidare nel lavoro del coordinamento”, ha detto. Maria Nyman, segretaria generale di Caritas Europa ha spiegato: “Il lavoro di advocacy con le istituzioni europee è molto vivo nei confronti delle fasce vulnerabili della popolazione, Ma fondamentale è il ruolo delle Caritas diocesane. Importante il radicamento a livello locale, da cui provengono i dati e la nostra capacità di osservare. È il loro impegno che dà credibilità al lavoro di Caritas verso le istituzioni europee e ci permette di evitare rischio di essere ideologici”.

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