Dirigente Sabrina Vallesi

GROTTAMMARE – La professoressa Sabrina Vallesi, dirigente dell’Istituto d’istruzione superiore “Fazzini – Mercantini”, discute il ruolo cruciale della collaborazione tra scuola, famiglia, parrocchia e società. In questa intervista, esplora come rafforzare l’alleanza educativa, i cambiamenti nel ruolo dei genitori, l’impatto delle famiglie separate sugli studenti, l’aumento della fragilità nei giovani e la necessità di guide autorevoli per le nuove generazioni.

In che modo si può ricostruire un’alleanza educativa tra scuola, parrocchia, famiglia e società? Quali strategie possono favorire questa sinergia?

Credo che ogni percorso formativo ed educativo debba fondarsi su una rete di collaborazione che coinvolga contesti diversi. La scuola crea un quadro di riferimento che deve necessariamente poggiare sull’alleanza educativa tra vari soggetti. Il valore del percorso scolastico per ogni alunno si costruisce attraverso l’importanza che la famiglia e la società attribuiscono a quel percorso. Riconoscere l’importanza della scuola significa riconoscere il valore dell’incontro, del confronto con l’altro, comprendere lo straordinario potere del dialogo, dell’ascolto, della relazione empatica e significativa. La strategia fondamentale è quella che promuove la sinergia tra le agenzie educative per sostenere i valori che vengono trasmessi a scuola.

Come è cambiato il ruolo dei genitori negli ultimi anni? In che modo le nuove difficoltà incidono sulla loro capacità educativa? Si nota un prolungamento dell’adolescenza anche tra gli adulti?

Il ruolo dei genitori è diventato più complesso in un tempo come quello attuale, segnato da insidie e falsi valori. Accompagnare la crescita degli adolescenti è difficile, soprattutto quando i genitori non condividono il percorso educativo e non forniscono ai figli le “certezze” che passano anche attraverso regole condivise. Non credo che gli adulti siano meno capaci di educare, ma si trovino di fronte a nuove sfide che richiedono approcci diversi. Momenti formativi dedicati ad alcuni aspetti della genitorialità possono essere utili per riflessioni condivise che non lascino le famiglie isolate nelle risoluzioni di problematiche legate ai contesti educativi. È importante che i genitori osservino i loro figli per monitorarne costantemente la crescita.

Qual è la percentuale di famiglie separate nella comunità scolastica? In che misura questo influisce sul percorso educativo degli studenti?

Non sono a conoscenza di dati specifici, ma quando ho bisogno di interfacciarmi con i genitori di un alunno, preferisco coinvolgerli entrambi. Una famiglia disfunzionale, indipendentemente dal fatto che i genitori vivano insieme, non aiuta il percorso educativo e il processo di crescita del figlio. In caso di conflitti familiari, è auspicabile un supporto esterno che faccia riflettere i genitori sul loro ruolo, indipendentemente dalla relazione che li lega, spingendoli a prendere decisioni armoniche per il bene dei propri figli senza mai rinunciare al compito di guidarli.

Si osserva un aumento della fragilità nei giovani? Quali sono i principali segnali di questa tendenza?

Purtroppo sì. Il disagio tra i giovani, soprattutto in adolescenza, è un fenomeno diffuso che si esprime in stati di ansia, depressione, disturbi alimentari, dipendenza dai social, isolamento, autolesionismo e comportamenti aggressivi. La fragilità dei giovani è una condizione fisiologica legata allo sviluppo umano, ma l’aumento di questi fenomeni è anche influenzato dal post-Covid, dall’abuso della tecnologia, dal cambiamento nelle relazioni familiari e dal mutato contesto sociale. La carenza di prospettive e punti di riferimento può compromettere il benessere psicologico ed emotivo. È essenziale ascoltare i ragazzi: spesso sono loro stessi a individuare soluzioni che vanno supportate dalla famiglia, dalla scuola e da professionisti specializzati.

I giovani di oggi sono realmente diversi dalle generazioni precedenti o hanno semplicemente bisogno di guide autorevoli e di riferimento?

I giovani di oggi hanno bisogno di quelli che Rita Levi Montalcini definiva “grandi maestri”, capaci di accoglierli, osservarli, riconoscere i loro talenti, supportarli nelle scelte e fornire esempi credibili di impegno e comportamento etico. I ragazzi di oggi necessitano di esempi di convivenza civile, di percepire il lavoro quotidiano per uno scopo comune e in un clima sereno. Hanno bisogno di un orizzonte di senso che come adulti siamo chiamati a offrire. Hanno diritto di vedersi riconosciuta la possibilità di “determinare” il proprio futuro.

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1 commento

  • Tiziana capocasa
    21/03/2025 alle 00:00

    veramente in gamba e preparata! la scuola ha bisogno di dirigenti scolastici così attenti e sensibili alle dinamiche attorno al mondo giovanile

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