GROTTAMMARE – A oltre sessant’anni dall’approvazione, la Legge Merlin continua a essere al centro del dibattito pubblico: da un lato, c’è chi ne sottolinea il valore nella lotta allo sfruttamento; dall’altro, chi ne evidenzia i limiti e le conseguenze sulla regolamentazione della prostituzione.

Venerdì 7 marzo, alle ore 18, nella Sala conferenze dell’Ospitale delle Associazioni di Grottammare Alta, Annalisa Cegna, autrice del libro “Donne pubbliche. Tolleranza e controllo della prostituzione nell’Italia fascista”, ne parlerà con Laura Gaspari, responsabile del Centro Antiviolenza Donna con Te/On the Road Onlus. L’ingresso è libero.

“Corpi e libertà sessuale” è il titolo del nuovo appuntamento con l’approfondimento storico della rassegna I conti con la storia. L’iniziativa aprirà il calendario di Sguardi di donne 2025, in programma dal 7 marzo all’11 aprile (seguiranno dettagli nei prossimi giorni).

“Un’occasione per riflettere sulle dinamiche storiche e sociali della prostituzione in Italia e sul dibattito, ancora aperto, tra regolamentazione, libertà sessuale e tutela dei diritti”, dichiara il prof. Costantino Di Sante, curatore scientifico della rassegna, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale, con il supporto organizzativo dell’Associazione Blow Up e della Libreria Nave Cervo.

“Introdotta il 20 febbraio 1958 – ricorda Di Sante – la Legge Merlin sancì la chiusura delle case di tolleranza e introdusse per la prima volta in Italia il reato di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione. Un provvedimento rivoluzionario per l’epoca, fortemente osteggiato e ancora oggi oggetto di accese discussioni”.

Per comprendere fino in fondo la condizione delle donne nelle case chiuse, è fondamentale ricordare che, durante il Ventennio fascista, la prostituzione di Stato non era solo una questione di ordine pubblico e sanità, ma anche uno strumento delle politiche razziali del regime. Il sistema delle case di tolleranza rispondeva a una logica di controllo e disciplinamento dei corpi, funzionale alla visione sociale e politica del tempo.

ANNALISA CEGNA note biografiche.

Insegna Storia contemporanea presso l’Università di Macerata, è direttrice scientifica dell’Istituto storico di Macerata. I suoi ambiti di ricerca vertono prevalentemente su questioni attinenti al rapporto tra donne e fascismo. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni mediante le quali ha approfondito tematiche inerenti la resistenza civile e la deportazione nel Terzo Reich, nonché il rapporto tra questioni di genere e conflitti bellici, prediligendo ambiti di analisi legati alle fonti soggettive.

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