Di Pietro Pompei

DIOCESI – Oggi ripropongo un’intervista realizzata oltre 15 anni fa con Federico Sciocchetti, una voce autorevole nel panorama dell’UNITALSI. Un’occasione significativa per ricordare questa testimonianza proprio nella Giornata Mondiale del Malato.

La prima domanda ha riguardato la fondazione dell’UNITALSI nella nostra diocesi.

Federico Sciocchetti, con la sua memoria vivace e dettagliata, ha ripercorso gli eventi storici: fu chiesto a un anziano unitalsiano, infermo da oltre 70 anni, di rievocare i primi passi dell’associazione nel 1937. In quell’epoca lontana, un giovane avvocato, Renato Tozzi-Condivi, già promotore della Gioventù Cattolica, fu l’anima ispiratrice della nascita della “famiglia unitalsiana” a San Benedetto.

Proprio nel 1937, il principe don Enzo Rampolla di Napoli – segretario nazionale dell’opera e già gran maestro del Supremo Ordine di Malta, di cui l’UNITALSI è figlia – convocò nella nostra città i simpatizzanti provinciali dei “Treni Bianchi”. Con l’approvazione ecclesiastica, furono così istituite le sottosezioni di Ascoli, Fermo e San Benedetto, incaricate di organizzare pellegrinaggi mariani attraverso i “Treni Bianchi” diretti a Lourdes e alla Santa Casa di Loreto. L’UNITALSI, come l’Azione Cattolica maschile, la San Vincenzo, le Dame di Carità e altre opere benefiche, nacque in un luogo umile ma ricco di spiritualità: la cucina di don Cesare Palestini, primo parroco della chiesa di San Giuseppe.

Tra i co-fondatori dell’UNITALSI locale, oltre a don Cesare, vanno ricordati il dottor Filippo Ascolani, il giovane medico Gianni Perotti, Leonida Rosetti e le signore Lilletta Panfili, Teresa Giostra, Maria Costantini e la vedova Sciarra.

Agli inizi del 1942, fui io stesso a chiedere a mia madre di accompagnarmi in pellegrinaggio a Loreto con il Treno Unitalsiano per ringraziare la Madonna. Al rientro da quella prima esperienza, il gruppo di giovani unitalsiani, che aveva assistito alla nascita dell’opera nella cucina di don Cesare, iniziò a riunirsi a casa mia. Senza accorgercene, stavamo dando forma alla missione dell’UNITALSI. Giorno dopo giorno, ci riconoscevamo l’uno nell’altro, creando una vera “Famiglia”. Lo spirito autentico del Treno Bianco si rivelava in quell’unione tra malati e sani, sacerdoti e laici, in un percorso di condivisione e servizio reciproco.

Federico Sciocchetti, con il suo entusiasmo instancabile, ricorda:

“Quante assemblee, conferenze, lezioni, discussioni e dibattiti a San Benedetto, Loreto, Roma, Lourdes! Quanti incontri nazionali ed internazionali mi hanno visto promotore, animatore, stimolatore di uno spirito nuovo! Dai Treni Bianchi scaturiva un messaggio di speranza e di fede, che con il ‘fiat’ di Maria doveva essere accolto, compreso, vissuto e ridonato. Ogni infermo incontrato nei pellegrinaggi diventava parte di una grande famiglia spirituale, accompagnata con amore per tutta la vita.”

Federico Sciocchetti è stato per tutti noi un maestro di vita: un esempio di come si possa trasmettere forza e ispirazione anche da una condizione fisica limitata, ma sempre attiva nello spirito.

Oggi, più che mai, l’UNITALSI ha ragione di esistere, di crescere e diffondersi. Il suo messaggio d’Amore non ha perso valore: è una luce per i malati, ma anche per un’intera umanità alla ricerca di speranza, guarigione e conforto.

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2 commenti

  • Maria Carola
    12/02/2025 alle 08:10

    Grandissimo Federico. Solo chi lo ha conosciuto e sono tanti , hanno di lui un ricordo pieno di saggezza, bontà, fede ed amore illimitato verso la Madonna . Grande Oratore , ha incantato forse milioni di persone anche perché diversamente abile fin da giovane età, testimoniava ovunque la sua accettazione del suo handicap, come dono di Dio. Grandissimo uomo, marito, padre, amico, unitalsiano della prima ora, ha girato l’Italia x portare la sua testimonianza di fede, con parole che andavano diritte al cuore. Per me è stato il fratello più grande, sempre affettuosissimo e prodigo di consigli preziosi. In questo giorno, per noi unitalsiani e x il mondo intero vicino ai malati e con il cuore a Lourdes , sono certa che vicino alla Vergine Bianca ci stai guardando Federico e con te i tanti unitalsiani che hanno arricchito i treni bianchi. Sono in tanti che ci guardano dal Cielo, mentre i nostri occhi si riempiono di lacrime

  • Pietro Pompei
    12/02/2025 alle 15:05

    Vengo da una brutta mattinata in cui mi ero convinto di andare, questa volta, a concludere la giornata con la "Comunione dei Santi". Dopo alcune ore di inaudita sofferenza, mi sono ripreso e solo adesso noto che anche Maria Carola si è ricordata di Federico. Grazie. Dispiace questa che sembra indifferenza per i nostri "Santi di famiglia" specie per i tanti che dovrebbero sentire il dovere di portarli in esempio specie per i giovani. Grazie Maria Carola, sono andato in tilt con le medicine, il tuo scritto è stato una boccata di ossigeno come lo è stato quello di Ubaldo e Daniela nei precedenti articoli.

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