DIOCESI – Si è conclusa la Fase Narrativa del Cammino Sinodale delle Chiese d’Italia. Le Diocesi sono state invitate a consegnare “buone prassi” emerse dai “Cantieri di Betania”.

La Fase Narrativa, costituita da un biennio di ascolto e racconto di vita delle persone, è stata caratterizzata da due momenti distinti. Nel primo anno (2021-2022) ci si è concentrati sull’ascolto delle diverse realtà ecclesiali, mentre nel secondo anno (2022-23) si è cercato di aprirsi all’ascolto dei diversi mondi, come quello del lavoro, della cultura, della fragilità, aprendo tre Cantieri: quello della strada e del villaggio, quello dell’ospitalità e della casa e quello delle diaconie e della formazione spirituale.
Per quanto riguarda la Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, oltre al lavoro svolto in alcune comunità attraverso la proposta di Tavoli Sinodali,  si è scelto di approfondire il primo Cantiere, quello della strada e del villaggio, con un ascolto particolare del mondo della Scuola e del Lavoro. 

Il primo Tavolo Sinodale ha riguardato gli studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado del nostro territorio i quali, nella massima libertà di scelta, hanno risposto ad alcune domande collegandosi ad un link creato appositamente per loro dall’Ufficio Diocesano I.R.C. (Insegnamento Religione Cattolica). Il riscontro è stato più che soddisfacente: hanno infatti risposto oltre 1500 giovani.

Per quanto riguarda il secondo Tavolo Sinodale, invece, l’Ufficio Diocesano della Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato ha organizzato alcuni incontri rivolti agli imprenditori, ai sindacalisti, alle associazioni di categoria, ai lavoratori, ai disoccupati e a tutte le persone impegnate, a vario titolo, nel mondo del lavoro. Cinque le aziende che sono state visitate, dislocate nei Comuni di Comunanza, Cupra Marittima, Monteprandone, Ripatransone e San Benedetto del Tronto: in ciascuna di esse si è dato vita ad un vero e proprio laboratorio di ascolto, in cui sono state analizzate le criticità, ma anche le opportunità nel rapporto tra Chiesa, Fede e impegno nel Lavoro.

Questi sono i principali spunti di riflessione emersi durante gli incontri:

1) Il bisogno di essere testimoni credibili nel mondo sociale e del lavoro;

2) Il desiderio di essere compagni di viaggio con cui condividere l’esperienza lavorativa;

3) La necessità di riconoscere la dignità “del” e “nel” lavoro, riconosciuto come ambito multiforme di sviluppo personale e comunitario dove si mettono in gioco la creatività, l’esercizio dei valori e la comunicazione con gli altri;

4) La possibilità di un confronto sulle questioni etiche e sociali che caratterizzano il nostro tempo;

5) Il bisogno di accompagnamento da parte di sacerdoti e laici formati: in altre parole meno Sante Messe e più presenza nei luoghi di vita e di lavoro;

6) La necessità di creare un’alleanza tra imprese, istituzioni, scuola ed associazionismo per costruire reti di accompagnamento per i giovani.

Franco Veccia, direttore dell’Ufficio  Diocesano della Pastorale Sociale, del Lavoro e della Cura del Creato, dichiara: “Il Tavolo Sinodale non è stato un convegno, un evento mediatico, bensì un incontro tra persone che hanno a cuore il bene della Chiesa e della società. Abbiamo scelto alcune aziende che, per la loro ubicazione e per il numero dei dipendenti, potessero ben rappresentare il nostro territorio. La partecipazione è stata buona, anche perché abbiamo coinvolto tutti gli attori del mondo del lavoro: imprenditori, lavoratori, sindacati. Insieme è stato più facile valutare ogni aspetto della vita lavorativa. Il risultato è stato ottimo, in quanto ci è parso di aver raccolto le istanze provenienti da ogni utente delle aziende: da chi la guida e gestisce e quindi la fa esistere (l’imprenditore), da chi la qualifica con il proprio lavoro fisico o intellettuale e ne rappresenta quindi il motore attivo (l’operaio o l’impiegato), da chi cerca di mediare tra diverse esigenze e bisogni (il sindacalista). Insieme abbiamo riscoperto che, solo riconoscendo il valore di ogni competenza all’interno di un’azienda e cooperando e facendo rete tra varie aziende, possiamo raggiungere il bene comune della singola azienda e, al contempo, anche il bene comune della nostra piccola comunità diocesana. Questo sarà possibile solo se ci sarà un accompagnamento costante e continuativo da parte di sacerdoti e laici formati che si dovrà necessariamente tradurre in presenza frequente nei luoghi di vita e di lavoro: solo così la comunità lavorativa diocesana potrà meglio avvertire la presenza di Dio in mezzo alle persone e vivere il lavoro come parte integrante della realizzazione dell’identità più piena e profonda di ogni uomo e della comunità in cui vive“.
La Fase Narrativa del Cammino Sinodale lascia ora il posto alla Fase Sapienziale, che è rappresentata da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del Popolo di Dio. In questo esercizio saranno coinvolte le Commissioni Episcopali, gli Uffici Pastorali della CEI, le Istituzioni Teologiche e Culturali.
Sarà poi la volta dell’ultimo tratto del Cammino Sinodale, la Fase Profetica, che durerà anch’essa un anno (2024-2025) e culminerà in un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo. In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al Popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio 2025-2030.

 

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