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Monteprandone, il Prof. Costantino Di Sante racconta la Resistenza agli alunni della Scuola Sec. di primo grado “C. Allegretti”

MONTEPRANDONE – In occasione del 25 aprile 2023, 78° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, un gruppo di studenti, in rappresentanza di tutte le classi della Scuola Secondaria di Primo Grado, ha partecipato all’incontro formativo, “Tracce partigiane. La Resistenza al nazifascismo nel Piceno” e alla Mostra foto-documentaria “Fascismo e Resistenza nel Piceno”, curata dall’Istituto Provinciale di Storia per il Movimento di Liberazione nelle Marche e dell’Età Contemporanea di Ascoli Piceno e allestita nel Museo Civico Libreria dei Codici di San Giacomo della Marca, a Monteprandone.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Amministrazione Comunale presso la Sala Consiliare, Piazza dell’Aquila, curata dal Prof. Costantino Di Sante, direttore dell’Istituto storico provinciale di Ascoli Piceno (Università degli Studi del Molise).
L’evento, presentato dal Prof. Costantino Di Sante, ha visto la presenza degli organi dirigenti dell’Istituto provinciale per la storia del movimento di liberazione e dell’età contemporanea Ascoli Piceno, la Presidente, Maria Paola Alviti , la Vicepresidente, Laura Ciotti, del Sindaco, Sergio Loggi, della DS, Prof.ssa Roberta Capriotti e dei suoi collaboratori, dell’assessore alla cultura, D. Morelli.
Ripercorrendo le fasi storiche della Resistenza nel Piceno, il Prof. Costantino Di Sante ha posto l’accento sul ruolo della memoria nella società contemporanea, piena di storie e di memorie a volte manipolate.
L’antidoto per difenderci dall’uso strumentale di alcuni fatti storici, ha aggiunto, è la conoscenza e il beneficio del dubbio. Imprescindibile è il ruolo della scuola che difende dalla storia mal veicolata e dall’assedio di memorie da conoscere e vagliare .
Ha parlato della Resistenza che, come ogni guerra, è stata combattuta da giovani. Ha spiegato che quei giovani erano diretti e organizzati da persone più mature, da militari di carriera dell’Esercito italiano, che fin dall’inizio la Resistenza non è stata solo un movimento spontaneo, ma riconosciuto dall’unico legittimo governo italiano di allora, diretto da rappresentanti di tutti i partiti antifascisti, e sul piano militare da generali del Regio Esercito. Ma quei politici e quei generali dirigevano un movimento composto per la stragrande maggioranza da giovani e dalle donne il cui ruolo di combattenti è stato determinante.
I partigiani erano uno spaccato della gioventù italiana,con tutta la sua varietà e le sue contraddizioni, diversi per origine regionale, scolarizzazione, classe sociale, opinioni politiche, ma su una cosa non avevano dubbi: di essere italiani e che stavano lottando per il futuro dell’Italia, anche se poi se lo immaginavano in modi diversi.
Ha raccontato la storia di uomini e donne coraggiosi che nel Piceno hanno combattuto per i valori dell’antifascismo, di S. Benedetto del Tronto bombardata, della Resistenza a Colle San Marco guidata da Spartaco Perini e della sconfitta di partigiani condotti poi nei campi di concentramento. Ha ricordato tanti civili vittime dei bombardamenti e tante figure che hanno reso libero il Piceno: Ettore Bianco che organizzò un gruppo di partigiani di Acquasanta, Giovanni Nebbia, i fratelli Spinozzi, la Banda Paolini, i contadini innocenti di Massignano uccisi perché incolpati di aver ferito un soldato tedesco e tanti altri.
Il prof. C. Di Sante ha affermato che grazie ai partigiani abbiamo la libertà e la Costituzione.
Ha sottolineato la necessità di conoscere la storia, ricchezza per l’acquisizione di uno spirito critico, fondamentale per capire il presente e progettare il futuro.
Se a distanza di così tanti anni, si ha il timore che la Resistenza rischi di apparire ai giovani di oggi qualcosa di inattuale, magari ancora meno interessante per il fatto stesso di essere solitamente oggetto di celebrazioni ufficiali, l’esperienza vissuta dai ragazzi ha fugato ogni dubbio. L’incontro è stato un’importante occasione di riflessione sulla Resistenza, una lezione di vita.
Invocare lo spirito della Resistenza non è stato solo esaltare il valore militare del soldato, ma soprattutto la virtù civile del cittadino di cui una nazione ha bisogno ogni giorno, virtù fatta di coraggio, di fermezza nei propositi, di rigore morale.

Redazione: