Quello dei migranti e dei rifugiati è “un fenomeno che è una realtà del nostro mondo globale, da non gestire con paura e come un’emergenza, ma come un’opportunità”. Lo ha ribadito il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’introduzione al Consiglio permanente, in cui si è scagliato contro l’avanzare di “una cultura della morte: si risolvono i problemi eliminando le persone”. Tale problematica, per il presidente della Cei, “richiama la centralità della scuola, spazio decisivo d’integrazione nella cultura e nella lingua italiana, ma anche la necessità di maggiori flussi regolari di ingresso, di corridoi umanitari e ricongiungimenti familiari”. “Soprattutto è importante come accogliamo: non facciamo vivere umiliazione, tempi lunghi di attesa, viaggi infiniti, anticamere senza senso, marginalizzazione”, il monito del cardinale: “Siamo consapevoli come queste e tante altre problematiche italiane non possano essere affrontate senza guardare all’Europa. È ovvio, ma va sempre ricordato. La Chiesa, così radicata nella storia e nella cultura europea, ricorda agli europei che non possono vivere per sé stessi. L’accoglienza dei migranti lavoratori chiede di essere organizzata su incontro fra domanda e offerta di lavoro. Non dimentichiamo anche il problema di 500.000 persone, anche lavoratori non regolari in Italia”.

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