“Un’opportunità per conoscere, da un lato, gli enormi e spesso sottovalutati approvvigionamenti di cibo che il mare fornisce a milioni di esseri umani e, dall’altra il ruolo, le professioni e i il lavoro spesso duro di tutti coloro che sono coinvolti nel campo della pesca e dell’acquacoltura”. Così il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, definisce la Giornata mondiale della Pesca. Secondo la Fao – ricorda il cardinale nel messaggio, in inglese, diffuso oggi dalla sala stampa vaticana – nel 2020 58.5 milioni di persone sono impegnati nel settore primario della pesca e dell’acquacoltura, divenendo così’ la principale fonte di reddito e di vita di una parte sostanziale della popolazione mondiale”. “Il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità e l’acidificazione degli oceani sono le sfide globali che colpiscono ogni paese e oceano”, la denuncia del messaggio, in cui si auspica “una conversione individuale e collettiva per decisioni concrete che non possono più essere posticipate”.

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