ACQUAVIVA PICENA – “La mantica nella tradizione popolare del Piceno” è il nuovo libro di Teodorico Compagnoni, presentato domenica 21 agosto all’interno della Fortezza di Acquaviva Picena. L’evento è stato aperto dai saluti del sindaco di Acquaviva Picena Sante Infriccioli: “Buonasera a tutti, vi ringrazio di essere intervenuti così numerosi. Ringrazio Teodorico per questa serata, ringrazio l’Assessore della Regione Marche Guido Castelli. Aspettavo questa serata con gioia. Ringrazio tutta l’Amministrazione Comunale e in modo particolare Marianna e Danilo”. L’Assessore Castelli ha detto: “Un saluto a tutti. Il tema che verrà trattato stasera è molto importante, perché nella storia dell’uomo è cambiato il modo di vedere le cose: prima dell’Illuminismo, lo spirito, la fede, le cose che non si vedono, ma agiscono su di noi, avevano un certo valore, poi invece si è iniziato a concentrarsi su tutto ciò che ricade sotto la percezione dei sensi. Attraverso questo tema saliremo su una ideale macchina del tempo che ci farà tornare indietro”. Dopo i saluti di Ettore Picardi e Gianni Balloni, Teodorico Compagnoni ha iniziato ad illustrare alcune parti del suo nuovo lavoro: “Ringrazio tutti voi per la presenza, vorrei ringraziarvi uno per uno. Cos’è la mantica? È una parola che racchiude un po’ quello che fa parte della tradizione, del folklore. Io mi sono occupato del territorio Piceno, non il “Piceno” che intendiamo oggi, ma il territorio che faceva parte della quinto regio romana al tempo di Augusto, il territorio che comprende le Marche fino ad arrivare alla provincia di Pescara in Abruzzo e parte dell’Umbria. Un tempo, forse perché la medicina non aveva fatto grandi passi avanti, forse perché la povertà era troppo elevata, in casa si preparavano quelle che erano le “medicine”, un po’ per utilità un po’ per credenza popolare, queste medicine e medicamenti venivano usati da quasi tutta la popolazione. A volte a ricorrere ai medicamenti o alle formule di preghiera, erano anche medici e persone di una certa preparazione culturale. Il folklore, il sapere del popolo, si è fatto poi strada nelle leggende di paese, alcune con più fondamento di altre. In un tempo in cui lo spirito, la fede e ciò che sfuggiva al contatto, ai sensi in generale aveva più valore di oggi, c’era una grande importanza anche rivolta all’interpretazione dei sogni e così si ricorreva alle persone che avevano questa particolare “dote”. C’era la convinzione che l’uomo non è fatto solo di materia, ma che esiste anche lo spirito, che esiste un mondo aldilà della vita terrena e che deve avere la sua giusta importanza. Oggi queste cose hanno perso valore, ma io non penso che andrà tutto perduto, certe coincidenze, certe situazioni della vita faranno sì che l’uomo non abbandoni mai del tutto l’attenzione verso tutte quelle cose che vanno oltre la materialità”.
Un ringraziamento al gruppo Progetto Malafe per gli intermezzi danzanti.
Ringraziamenti anche alla Pro Loco di Acquaviva Picena, all’UTES di San Benedetto del Tronto e all’Ente Associazione Palio del Duca.

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