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Martedì l’incontro dei referenti del percorso sinodale diocesano

DIOCESI – Martedì 23 novembre alle ore 21.00, in presenza, presso la sala San Giovanni Paolo II a Centobuchi si terrà il primo incontro per i referenti del percorso sinodale diocesano.

L’avvio del processo sinodale delle Chiese locali intende raccogliere, attraverso le Conferenze episcopali, dei contributi utili al Sinodo dei Vescovi, ma soprattutto sta chiedendo che nelle Chiese locali si affini e si impari lo stile della sinodalità, a essere ordinariamente sinodali. C’è dunque una operatività da assolvere, ma soprattutto uno stile e un metodo da acquisire.

Affinché ciò avvenga, è necessario adoperarci al massimo per coinvolgere, in questo processo di conversione alla sinodalità e di convergenza di percorsi, il maggior numero di persone possibile. Lo stesso Documento preparatorio insiste nell’affermare che vanno raggiunte le periferie, coloro che hanno lasciato la Chiesa, coloro che praticano la loro fede raramente o non la praticano affatto, coloro che sperimentano la povertà o l’emarginazione, i rifugiati, gli esclusi, i senza voce, ecc.

Alla luce della distinzione tra fase continentale del Sinodo e fase diocesana dei percorsi sinodali, si comprendono le scansioni (o fasi) con le quali anche la Cei ha inteso dettagliare il cammino sinodale complessivo delle diocesi italiane nell’orizzonte del Sinodo dei Vescovi, precisandoli in tre momenti:

– Fase narrativa – dal basso verso l’alto (22 novembre 2021 – maggio 2023), che intende coinvolgere in modo ampio il popolo di Dio sul tema della sinodalità, con momenti di ascolto, ricerca e proposta nelle diocesi, nelle parrocchie e nelle realtà ecclesiali;

– Fase sapienziale – dalla periferia al centro (giugno 2023 – maggio 2024), intesa come momento unitario di raccolta, dialogo e confronto con tutte le anime del cattolicesimo italiano;

– Fase profetica – dall’alto verso il basso (giugno 2024 – maggio 2025), immaginata come fase di sintesi delle istanze emerse nelle consultazioni delle chiese locali e consegna, a livello regionale e diocesano, delle prospettive di azione pastorale con relativa verifica.

(Fonte Diocesi di Milano)

 

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