Si sono aperti i lavori del Consiglio europeo che ha portato a Bruxelles i capi di Stato e di governo per un confronto – ieri e oggo– che vede sul tavolo innanzitutto temi di politica internazionale: Cina, Turchia, Bielorussia, Nagorno Karabach, i principali. Rispetto alla Turchia “il tema è complesso”, ha detto la cancelliera Angela Merkel fermandosi di fronte alle telecamere e riferendosi alle questioni che vedono la mezzaluna imporsi nel mare di Cipro alla ricerca di petrolio. La Turchia è un “partner nella Nato”, ha spiegato la cancelliera, è implicata fortemente nella gestione delle migrazioni e quindi l’intenzione è di usare le “vie diplomatiche” per arrivare a una soluzione della tensione. Anche la presidente della Commissione Urusla von der Leyen ha auspicato “un’agenda positiva” per i rapporti con la Turchia, ma non ha taciuto che, ovviamente, “siamo dalla parte della Grecia e di Cipro”. Toni chiari e fermi quelli usati anche da Emmanuel Macron, che ha parlato di “solidarietà non negoziabile verso Grecia e Cipro” e della “necessità di un dialogo esigente con la Turchia”. Macron, che sta seguendo in queste ore da vicino la situazione dei giornalisti francesi di Le Monde colpiti nel territorio del Nagorno-Karabach, ha riferito di aver concordato con i presidenti Vladimir Putin e Donald Trump, con cui condivide la presidenza del gruppo di Minsk, un comunicato che chiede il “cessate il fuoco senza condizioni” nella regione e si impegna a “mettere in campo ogni sforzo possibile per un chiarimento pacifico” tra i due Paesi. Anche il presidente Giuseppe Conte si è fermato un momento con i giornalisti per illustrare l’ordine del giorno e ha affermato che con la presidente della Commissione “cominceremo a discutere del Global health summit che si terrà in Italia l’anno prossimo, e di tante altre questioni”.

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