“La testimonianza cristiana dà fastidio”, come testimoniano i tanti cristiani uccisi e perseguitati, oggi più che nei primi secoli. I compromessi, invece, fanno diventare cristiani “all’acqua di rose”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta, ripresa ieri dopo la pausa di Pasqua, in cui ha ammonito: “Mai vendere la verità”. Obbedienza, testimonianza, concretezza: sono le tre caratteristiche che scaturiscono dalla gioia pasquale e sulle quali si è soffermato il Papa, secondo quanto riferisce Vatican News. L’obbedienza, ha spiegato Francesco, consiste nel fare la volontà di Dio: il cristiano “obbedisce a Dio” come il Figlio ha obbedito al Padre. La prima insidia da evitare, per i sacerdoti, è il potere mondano: “il denaro”, in cui il signore è il diavolo.  La seconda caratteristica degli apostoli è “la testimonianza”: “la testimonianza cristiana dà fastidio”, ha osservato il Papa. Un po’ magari cerchiamo una via di compromesso “fra il mondo e noi” ma “la testimonianza cristiana non conosce le vie di compromesso”. “Conosce la pazienza di accompagnare le persone che non condividono il nostro modo di pensare, la nostra fede, di tollerare, di accompagnare, ma mai di vendere la verità”.  “Primo, obbedienza”, ha sintetizzato Francesco: “Secondo, testimonianza, che dà tanto fastidio. E tutte le persecuzioni che ci sono, da quel momento fino ad oggi … Pensate ai cristiani perseguitati in Africa, in Medio Oriente … Ma ce ne sono di più che nei primi tempi oggi, in carcere, sgozzati, impiccati per confessare Gesù. Testimonianza fino alla fine”. Infine, la concretezza, che chiede ai cristiani di non essere  “all’acqua di rose”, cioè “annacquati, superficiali”. Di qui la necessità di chiedere “la grazia della memoria del primo incontro” con il Signore, “gli uni per gli altri:  la gioia dell’obbedienza pasquale, la gioia della testimonianza pasquale e la gioia della concretezza pasquale”.