“Nelle rappresentazioni iconografiche bizantine – ha detto artolomeo – il Crocifisso non viene mai rappresentato nel suo realismo della carne spossata e morta, né nell’agonia: non è mai un Dio sofferente”. “Il Salvatore in croce non è solo il Cristo morto”, ma è “il Logos della vita eterna che si consegna alla morte e la vince”. “La Croce santifica e dà salvezza”. Nella omelia, Bartolomeo passa in rassegna le tante croci che affliggono oggi l’uomo: è “la croce parlando di povertà, di malattia, di vedovanza, di crisi economica, di drammi familiari, di ateismo, di lotta spirituale del cristiano di fronte alla carne, al mondo, al diavolo, alla morte, a una cattiva morte, fino agli ultimi istanti della vita. Ma perché una croce? Per poter dire anche noi col ladrone: “Ricordati di me, Signore, quando sarai nel tuo Regno”.