Incoraggiare l’integrazione attraverso l’apprendimento della lingua italiana, il sostegno e l’accompagnamento psicologico, lo sport; avvicinare le comunità dei migranti a livello locale; promuovere occasioni d’incontro con la popolazione che si trova ad accogliere gruppi di richiedenti asilo. Sono alcuni punti delle “tesi” approvate al termine del 66° congresso nazionale della Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana) che si è svolto a Pavia e Vigevano dal 4 al 7 maggio sul tema “Mediterraneo, frontiere di speranza”. “Papa Francesco – spiega in un’intervista al Sir Gianmarco Mancini, presidente nazionale maschile – ci sprona costantemente a non essere giovani-divano, bensì artefici e protagonisti del nostro presente per costruire il nostro futuro. Come fucini, ci sentiamo chiamati ad essere azione, a prendere la parola e a tentare di dare voce a chi non ne ha”. Per questo “intendiamo coinvolgerci in prima persona come Federazione in piccoli gesti di presenza e accoglienza per sviluppare sul territorio una sensibilità civica nei confronti dei migranti”. “Quelli che arrivano nelle nostre comunità – chiosa la presidente nazionale femminile Marianna Valzano – dovrebbero sentirsi accolti e riabilitati, e poter esprimere al loro interno tutta la ricchezza del loro vissuto”. Con riferimento al piano sull’accoglienza di ministero dell’Interno e Anci, Marianna osserva: “Non tutti i Comuni sono disposti ad aprire le loro porte. Xenofobia, paura, pregiudizi legati al ‘non nel mio giardino’ sono duri a morire”. “Vorremmo – conclude – provare a ragionare e a dialogare con la popolazione per tentare di ‘preparare’ l’arrivo di gruppi di richiedenti asilo”.

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