BRASILE – La Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), a conclusione della sua assemblea plenaria tenutasi ad Aparecida, si è espressa qualche giorno fa con una nuova nota, presentata in una conferenza stampa dal presidente card. Sergio Da Rocha, sulla situazione del paese. La Cnbb, si legge, “sente il dovere, ancora una volta, di presentare alla società brasiliana le proprie riflessioni e apprensioni di fronte alla delicata congiuntura politica, economica e sociale che sta vivendo il Brasile. Non compete alla Chiesa presentare soluzioni tecniche per i gravi problemi che il Paese sta vivendo, ma offrire al popolo brasiliano la luce del Vangelo” per la costruzione di una società fondata sulla dignità della persona umana. Particolarmente forte il richiamo al mondo politico: “Lo Stato democratico di diritto, riconquistato con intensa partecipazione popolare dopo la dittatura, corre rischio di vedere crescere il discredito e il disincanto verso la politica in generale e verso i poteri della Repubblica, il cui agire ha mostrato un’enorme distanza dalle aspirazioni di gran parte della popolazione. Dobbiamo costruire una democrazia veramente partecipativa”. È, dunque, “sempre più necessaria una profonda riforma del sistema politico brasiliano”. Di fronte “ad un esercizio sfigurato e screditato della politica c’è la tentazione di ignorare i politici e i governanti, permettendo loro di decidere il destino del Brasile a loro piacimento. Tuttavia non considerare i partiti e disinteressarsi alla politica favorisce l’ascesa di ‘salvatori della patria’ o il sorgere di regimi autoritari”.
La nota della Cnbb prosegue con alcune considerazioni sull’economia basata sul primato del mercato rispetto alla persona umana e del capitale rispetto al lavoro. “Quando è il mercato a governare – riflettono i vescovi – lo Stato diventa debole e resta sottomesso alle perverse regole della finanza”. L’ultima parte del messaggio è dedicata alla situazione sociale del Paese e alle tante situazioni di vulnerabilità che stanno peggiorando anche per la mancanza di interventi da parte della politica: esclusione sociale, violenza, crescenti conflitti sia nelle città che nelle campagne, impunità, diseguaglianza, delegittimazione dei movimenti sociali e popolari, il mancato riconoscimento dei territori dei popoli indigeni, la situazione delle carceri, la mancanza di prospettive per i giovani. Sono queste alcune delle preoccupazioni della Chiesa brasiliana, che cita i recenti massacri di contadini nel Mato Grosso e di indigeni nel Maranhão. Da qui l’invito ad attuare riforme “nella logica del dialogo con tutta la società”, ma anche a recuperare il senso di fraternità dentro la società brasiliana.

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