ROMA – “Essere consacrati in Medio Oriente e per il Medio Oriente, anche nel tempo di soggiorno a Roma, la città degli Apostoli Pietro e Paolo, ci chiede un supplemento di carisma profetico. Le terre da cui provenite sono quelle ove le prime scintille del fuoco di Pentecoste sono corse accompagnando gli annunciatori della Buona Novella. La stessa Roma, capitale allora dell’Impero, deve la sua fede non a se stessa, ma a coloro che sono venuti dall’Oriente”. A ricordarlo ai religiosi, alle religiose, ai sacerdoti, seminaristi appartenenti all’Associazione del clero e consacrati orientali (Accor) è stato il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nel corso di una celebrazione nella chiesa di San Nicola da Tolentino del Pontificio Collegio Armeno in Urbe (Roma).

“Nel tempo odierno – ha detto il prefetto – molte distruzioni e violenze hanno segnato i volti delle Chiese da cui provenite, tanto che persino la comunità internazionale si è ormai accorta della presenza millenaria dei cristiani, che va tutelata insieme alle altre come fattore di stabilità per la pacifica convivenza e la costruzione del bene comune”. “Mentre siamo accanto alle sofferenze dei nostri fratelli – ha aggiunto il cardinale – dobbiamo avere la certezza che tutti i regimi e i regni del terrore, presto o tardi, passano e cadono, perché soltanto Dio è eterno. E noi che vogliamo essere Suoi discepoli dobbiamo essere strumenti della sua carità – che rimane in eterno, come dice san Paolo alla comunità di Corinto – e insieme voler passare alla storia non per i lamenti causati dalla persecuzione, ma per luce della speranza che anche nelle ore più buie non è stata sottratta ai nostri cuori e offuscata nei nostri occhi”. La messa, in rito latino, è stata animata con canti delle differenti tradizioni presenti, maronita, melkita e armena.

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