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I poveri del Papa davanti alla Sindone

L’elemosiniere del Papa lo aveva anticipato: “Prima del Santo Padre, arriveranno i suoi poveri”.
E infatti questa mattina cinquanta persone senza dimora, assistite dalla parrocchia romana Santa Lucia a piazzale Clodio, sfilano davanti alla Sindone nel duomo di Torino; pellegrini speciali grazie a Papa Francesco che ha offerto loro il viaggio e ai quali ieri, prima della partenza in pullman, ha fatto pervenire tramite monsignor Konrad Krajewski il suo saluto, la sua benedizione, e un ulteriore contributo per le piccole spese. Un’altra “piccola carezza”, dopo quella dello scorso 26 marzo quando, senza alcun preavviso, è andato a salutare nella Cappella sistina i 150 senza tetto invitati dall’Elemosineria apostolica a visitare i Musei vaticani e successivamente a cena nel posto di ristoro, o quella di avere voluto i poveri nelle prime file del Concerto del 14 maggio in Aula Paolo VI.
Scegliendoli come suoi “araldi” all’Ostensione, Francesco esprime ancora una volta la sua predilezione per gli ultimi che si concretizzerà il 21 giugno, primo giorno della sua visita a Torino, nel pranzo con i giovani detenuti del carcere minorile “Ferrante Aporti”, con alcuni immigrati e senza fissa dimora, e con una famiglia rom, al quale seguirà, fra gli appuntamenti pomeridiani, una visita al Cottolengo. Certamente i momenti più intensi, nei quali mostrerà ancora una volta che cosa significa toccare Cristo nella carne dei poveri, anzi degli ultimi, di quelli che nessuno vuole, e che il Vangelo chiede di sporcarsi le mani, fasciare, accompagnare, entrare nelle realtà di malattia, solitudine e abbandono.
Oggi, solennità del Corpus Domini, a incontrare e accogliere i “messaggeri” del Papa è il Corpo crocifisso, sfigurato. Il Volto scandaloso che non ha più bellezza umana incontra altri volti sofferenti. E ci si perde in quello sguardo che avvolge e riscalda il cuore perché fa sentire ogni persona unica e irripetibile. Corpus Domini, cioè Eucaristia, cioè carne e sangue, l’espressione più grande dell’amore, unico antidoto alla disumanizzazione della cultura dello scarto.
La prossima settimana sarà la volta di un altro gruppo di poveri, un po’ più numeroso. Il Papa, in silenzio, continua a fare quello che deve fare.
Redazione: