un momento della gmg diocesana

Lectio delle Sorelle Clarisse del Monastero Santa Speranza sulle letture di domenica 18 gennaio

DIOCESI – Domenica scorsa, festa del Battesimo del Signore, il Padre ci ha rivelato in Gesù, il suo Figlio amato, che comincia a intrecciare la sua strada con quella degli uomini e ad abitare le loro case e le loro storie.
Entrando nelle letture che la liturgia ci dona ricominciando il tempo ordinario possiamo fare il punto della situazione, della nostra storia personale, quella che abbiamo cominciato a vivere con il Signore fin da quando eravamo piccoli.
La Parola inizia proprio dal tempo della fanciullezza, con il racconto della “vocazione” del giovane Samuele.
La sua storia è abbastanza nota: egli nasce per un dono gratuito di Dio e per la fede e la supplica di una donna sterile, Anna, la quale, a sua volta, lo “restituisce” al Signore, cosicché in tenerissima età è affidato al sacerdote Eli, perché impari a servire il Signore a Silo, dove si trova la casa di Dio.
Anche noi, da piccoli siamo stati mandati dai genitori al catechismo per essere istruiti sulle cose di Dio.
Samuele cresce stando alla presenza di Dio, tanto che dormiva nel tempio del Signore; ma, in realtà egli «fino allora non aveva conosciuto il Signore, né gli era stata rivelata la parola del Signore», cioè altri gli avevano parlato di Dio, forse aveva provato a immaginarlo, ma non lo aveva conosciuto di persona, non lo aveva sentito né gli aveva parlato.
Poi, una notte, il Signore gli si mette accanto e lo chiama, ma il ragazzo non lo riconosce e chiede aiuto al vecchio sacerdote, il quale, per due volte si dimostra incapace di aiutare Samuele a riconoscere la presenza del Signore e lo rimanda a dormire. Quante volte noi, gente di Chiesa, ci sentiamo rivolgere questa domanda: ma come faccio a conoscere Dio, ad ascoltare la sua voce, a capire quello che vuole da me?
E quante volte siamo come Eli, sordi alla voce di Dio, per la nostra vita e per quella di chi dovremmo accompagnare verso una relazione più adulta con Dio. Diversamente da Eli, nel vangelo è il Battista che riconosce in Gesù il messia, l’agnello di Dio, e lo addita a due suoi discepoli, perché, staccandosi da lui, seguano il Maestro. «Venite e vedrete … e quel giorno rimasero con lui»: per loro comincia una storia, talmente importante che ne ricorderanno sempre l’ora iniziale, le quattro del pomeriggio, una storia in cui si intrecciano due verbi opposti, il venire e il rimanere, l’andare in continuazione verso di Lui e, contemporaneamente, il dimorare perennemente in Lui, scoprendo che il verbo della conoscenza di Dio si coniuga al futuro (vedrete), è sempre oltre ciò di cui abbiamo fatto esperienza. Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole: anche per noi è tempo di diventare grandi e metterci alla sequela di Gesù con entusiasmo, sì, ma nella serietà della vita.

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