Fin qui la cronaca, cui sono seguite le condanne di Unione europea e Stati Uniti. Quanto avvenuto va “contro i valori europei e gli standard a cui la Turchia aspira di fare parte”, si legge nella nota dell’Alto Rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, e del Commissario alla politica di vicinato, Johannes Hahn. “La libertà di stampa, processi giusti e un sistema giudiziario indipendente – ha detto Jen Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato Usa – sono elementi chiave in ogni democrazia. Come alleati e amici della Turchia, chiediamo alle autorità turche di assicurare che le loro azioni non violino questi valori chiave e le fondamenta democratiche del Paese”. Per non seguire quel trend preoccupante che va sempre più emergendo in tutta l’area mediorientale, si potrebbe aggiungere. Basta pensare a quanto sta avvenendo in Egitto con la giunta di Al Sisi che arresta giornalisti, condanna a morte oppositori, spia circoli progressisti. Oppure in Iraq con l’offensiva Isis. Senza dimenticare la Siria… Che Erdogan stia sfruttando tutte queste situazioni per consolidare il proprio potere e regolare i conti con gli oppositori? Proprio per non giungere a questa deriva, è importante, ora più che mai, il ruolo dell’Unione europea. La strada verso il futuro passa non dalla repressione, ma dalla garanzia delle libertà. Quella della stampa compresa.