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La famiglia che educa si fa protagonista a scuola e nel Paese

Di Andrea Damacco
“Rilanciamo l’associazionismo”. È il piccolo grande invito che il presidente uscente (domenica verrà eletto il suo successore) dell’Associazione italiana genitori (Age),Davide Guarneri, ha lanciato ai congressisti riuniti a Montesilvano (Pe), fino a domenica 29 settembre, per il 14° congresso nazionale dell’associazione dei genitori. Un associazionismo più leggero, quindi, meno strutturato, rivolto maggiormente all’esterno che all’autoreferenzialismo. Ma sempre orientato a promuovere la cittadinanza attiva dei genitori. “L’essere genitori associati – afferma con decisione Guarneri – significa innanzitutto volerci bene tra di noi. Il clima generale certo non ci aiuta, tendenze come l’invecchiamento dell’associazionismo, l’individualismo e l’autoreferenzialità delle associazioni sono limiti che vogliamo combattere. Ma lo slogan del 14° congresso nazionale è ‘Ci siamo! I genitori associati, capitale delle relazioni, valore nell’educazione e risorsa per il Paese’. Noi dobbiamo esserci e innanzitutto dobbiamo porci delle domande: oggi l’associazionismo serve? Quali valori e quali risorse dobbiamo continuare a mostrare all’interno della società? Che tipo di associazionismo ci chiede la scuola? Gli stimoli sono tanti e il congresso ci aiuterà a capire questa sfida che oggi ci poniamo”.
Non solo genitori. Il congresso è organizzato dai genitori e fatto principalmente per i genitori. Ma è uno strumento utile anche per ascoltare la voce dei ragazzi. Presenti al convegno di quest’anno, infatti, ci sono anche i ragazzi dell’Associazione degli studenti cattolici. Nel loro intervento ribadiscono con forza la voglia e necessità di imparare. Imparare dai propri genitori ad essere famiglia, a portare nella società quei valori su cui un Paese intero si costruisce. “Oggi – affermano i ragazzi in una nota letta al congresso – sono troppi i genitori che vogliono vivere una seconda giovinezza facendo ciò che è più comodo per loro, e troppi sono i genitori che, anziché educare, difendono i figli a prescindere che quest’ultimi abbiano ragione o torto. Noi ragazzi non siamo quelli descritti dalla televisione, né tantomeno quelli inseriti nei qualunquismi del ‘bamboccione’ o ‘choosy’. Noi abbiamo voglia di essere figli, di seguire genitori che siano per noi reali guide nella famiglia e portatori di valori positivi”.
La famiglia è la società. Sembrerebbe un concetto banale: la famiglia crea la società. Invece oggi così scontato non è. Nei nuclei familiari moderni, il concetto di un corpo unico e unito non sembra essere la norma. Anzi. L’individualismo prende piede. In questo contesto è difficile creare un sistema di valori condiviso e tramandato; un sistema di valori che formi l’individuo e di conseguenza costruisca la società. Su questo concetto ha basato il proprio intervento Francesco Belletti, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, indicando lo strettissimo legame tra l’educazione e la famiglia: “Dobbiamo cercare di riprendere i temi lanciati dalla Settimana sociale di Torino da poco conclusasi. La Settimana ha voluto riprendere con forza il fortissimo legame tra l’esperienza educativa e l’essere famiglia. La questione educativa non riguarda però solo i nostri figli ma deve essere presa in considerazione anche e soprattutto dagli adulti. Nella famiglia si impara ad essere cittadini, non è una cosa privata. Anche nel modo in cui si educa un bambino di due anni, si educa all’essere cittadino e ad avere una relazione con la società”. L’essere famiglia quindi non deve essere una vita a sé stante, la famiglia deve portare la testimonianza di sé stessa nella società. Per questo il modello associativo ha bisogno di un rilancio, che non si risolve semplicemente in operazioni di marketing, di organizzazione e di comunicazione: “Non ci appartiene l’essere movimento che promuove campagne, né l’essere sportello di ascolto e consulenza – conclude Guarneri – La formazione, l’educazione, la creazione di legami fra persone sono le leve per trasformare la cultura e il vivere sociale: e noi, associazione di genitori, dobbiamo collocarci in questo orizzonte”.
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