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La festa della pace ha contagiato la Rambla

di Daniele Rocchi

C’è chi giura di non averla mai vista così colorata, festosa, sorridente e soprattutto serena. I negozianti, i venditori di souvenir, i camerieri dei tanti bar e piccoli ristoranti dislocati lungo il percorso sono certi: la Rambla, il famoso viale di Barcellona che collega Plaça de Catalunya con il Port Veil (porto vecchio), non è mai apparso così bello. A renderla tale sono stati i mille partecipanti al pellegrinaggio Unitalsi “Bambini in missione di pace”, tra i quali 160 piccoli disabili, che ieri l’hanno letteralmente invasa per lanciare un messaggio di pace al mondo.
Che qualcosa di particolare stesse per accadere gli abitanti della capitale catalana, e i turisti che in questo periodo estivo l’hanno scelta come meta di visita e di vacanza, lo avevano capito già mercoledì 10 luglio, quando questa marea di magliette blu e gialle e di cappellini colorati a forma di Pappagallo si era fatta vedere in giro per la città, in modo discreto, quasi in perlustrazione per studiarne i luoghi, le strade e le persone. Insomma, per preparare l’invasione di ieri.

Invasione è stata. Pacifica, festante, colorata, simpaticamente rumorosa, un’invasione impossibile da non vedere o da sottovalutare. Partito dal cuore della città, Plaça Catalunya, la più centrale e importante di Barcellona, il corteo si è snodato lungo la Rambla, guidato da un carro con Papparcobaleno, la mascotte del pellegrinaggio, dietro trampolieri e giocolieri. A seguire, un bandierone della pace lungo 150 metri tenuto da centinaia di bambini, disabili e non, che lo agitavano ritmando slogan e canti. Nemmeno la pioggia ha fermato questi “ambasciatori di pace” armati solo di sorrisi contagiosi che lanciavano ai turisti e alle persone che si fermavano curiose a guardarli ammirati. Al passaggio del corteo molti scattavano foto, altri battevano le mani, qualcuno si asciugava lacrime di commozione e c’è stato anche chi si è accodato. Sono volati anche palloncini lungo la Rambla, gli stessi che i bambini avevano lanciato da Parc Guell, la sera prima, con le preghiere per gli amici, i genitori, per i loro coetanei meno fortunati sparsi nel mondo e vittime di guerre e ingiustizie.

La Rambla, un sentiero di pace. Mille bambini coraggiosi tenuti per mano dai loro genitori, dai volontari, spinti sulle loro carrozzelle, sotto la pioggia hanno ricordato a tutti che si possono costruire relazioni di pace, superare barriere, diversità ed ostacoli. Hanno testimoniato e gridato di gioia questi bambini: Katiuscia, costretta sulla sua carrozzina; Loris, tenuto per mano da sua madre; Luca, amante dei colori; Annalisa, con le sue treccine colorate, aiutata dal fratellino sotto lo sguardo vigile della mamma, e tanti altri piccoli testimoni credibili sulle strade di Barcellona. Lo avevano già fatto nei pellegrinaggi precedenti a Gerusalemme, a Roma, a Parigi e lo faranno di nuovo nel 2015 a Praga, prossima meta dei “Bambini in missione di pace”.

A loro è giunto il ringraziamento della Chiesa. Prima con il saluto dell’arcivescovo di Barcellona, il cardinale Lluís Martínez Sistach e poi con il messaggio del cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. Dal palco situato sulla Plaça de la Pau, terminale naturale della Rambla, è risuonato l’appello del presidente del dicastero vaticano: “Siate missionari di pace, non abbiate paura di andare contro corrente e non dimenticate – specialmente in questo Anno della Fede – tutti quei piccoli che devono lottare contro le avversità della vita”. E poi ancora festa e musica, con Marco Carta, sotto la conduzione di Paolo Bonolis, che non si è sottratto per nulla all’abbraccio dei piccoli. Anzi. E non poteva mancare alla festa un momento calcistico, dato dalla presenza di Pilar Guinovart i Masip membro della Giunta direttiva della squadra di calcio del Barcellona che ha donato all’Unitalsi una maglia blaugrana con le firme di tutti i suoi giocatori. Un gesto molto apprezzato dai bambini che poi hanno continuato a cantare e ballare fino a tarda sera, quando saliti sui bus, si sono diretti verso la nave che oggi li riporterà a casa. “La missione non finisce qui – è stato il congedo del presidente nazionale dell’Unitalsi, Salvatore Pagliuca – ma continua domani, a casa, a scuola, nei nostri ambienti di vita, nei gruppi. Oggi abbiamo invaso Barcellona, il nostro annuncio non deve fermarsi. Continuiamo ad essere messaggeri di pace”.

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