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Una riflessione sul convegno Fides Vita

Pubblicato sul settimanale Ancora n. 40 di Moina Maroni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A conclusione della ventiduesima edizione del Convegno Fides Vita, l’infinita gratitudine per l’ulteriore Grazia ricevuta mi spinge a partecipare la mia gioia anche ai lettori di questo settimanale.

Insieme agli amici più cari in questi giorni non abbiamo fatto che festeggiare il dono ricevuto dei tanti testimoni di Cristo intervenuti al nostro Convegno, primo fra tutti il nostro fondatore Nicolino Pompei che ha tenuto l’incontro di apertura sulla tematica del Convegno: “Senza di me non potete fare nulla”. La sua appassionata, tenace testimonianza di Amore a Cristo ti cattura a tal punto da farti desiderare di rimanere attaccata a Cristo come il tralcio è attaccato alla vite. Ogni incontro, appuntamento vissuto hanno apportato in me un unico dinamismo ossia quello di rimanere attaccata a Lui. Particolarmente toccante è stata la testimonianza di fede della vedova Calabresi, Gemma Capra, che a soli venticinque anni, incinta del terzo figlio ha scommesso sulla vita dandosi da fare tutti i giorni per non farsi avvincere dall’odio e dalla condanna ad essere una vittima rabbiosa.

Sono rimasta davvero colpita nel sentirla dire serenamente che quanto le è accaduto è stata la circostanza con cui Dio le ha permesso di compiere un cammino di felicità verso Lui. Come afferma nel libro scritto dal figlio Mario Calabresi, Spingendo la notte più in là, “il passato c’è, non si resetta. Eppure non offusca il presente. E il perdono – senza ipocrisie – non viene, non può venire così, a comando. È inutile dire che ho perdonato, con la bocca o con la testa, se non lo ho fatto col cuore. Io sto camminando… Il perdono è un cammino lungo e difficile, lento, con momenti di grandi passi avanti e altri in cui sembra di scivolare indietro, ma come cattolica sono sicura che sia l’unica strada da percorrere”.

Siamo stati inoltre onorati dell’intervento al Convegno di Paul Bhatti (clicca qui per leggere l’intervista), ministro cattolico pakistano per le minoranze religiose, che da poco più di un anno ha preso il posto del fratello Shabbaz Bhatti nella guida di questo ministero, in seguito al suo assassinio per essersi opposto alla “legge nera” in Pakistan. Prima di questa scelta Paul è vissuto in Italia per più di dieci anni esercitando la professione di medico affermato in una clinica di Padova eppure alla morte del fratello si è sentito chiamato a continuare la sua opera, a lasciare la sua vita agiata per tornare in Pakistan dove rischia costantemente di fare la fine del Shabbaz.
L’intero evento è stato intensissimo di incontri, è stato davvero uno spettacolo di umanità, da queste grandi personalità alle migliaia di persone comuni che hanno visitato il nostro quartiere, le mostre allestite, ma purtroppo non è possibile parlare approfonditamente di tutto, non rinuncio però a citare la vivace testimonianza del professor Pietro Barcellona, docente presso l’università degli studi di Catania o a onorare l’amicizia con il teologo William Jean Clapier e i genitori di Pietro Schilirò, guarito per intercessione dei coniugi Martin. Ringrazio Dio per la paterna presenza in mezzo a noi del nostro vescovo Gestori e di Monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino – Montefeltro. Anche i momenti di espressione artistica hanno contribuito alla buona causa del Convegno, mi riferisco alla serata musicale dedicata a Lucio Dalla e alla rappresentazione teatrale de I Promessi Sposi realizzata dai nostri ragazzi della Piccola Compagnia all’opera. La conclusione, poi, è stata un’esplosione di gioia e di commozione per l’incontro-testimonianza di Domenico Pellei e Maria Cristina Savelli, due amici storici, primissimi della nostra Compagnia per la memoria e il giudizio di questi anni di Grazia in cui il Signore ha continuato ad amarci con la Sua fedeltà. Che il Signore mi doni l’ardore di amarlo e di donare la mia vita per la Sua causa così come questi uomini.

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