“Tutti siamo discepoli missionari quando ci decidiamo ad essere parte viva della famiglia del Signore e lo facciamo condividendo come Lui lo ha fatto”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della messa nello stadio di Bangkok ha sottolineato come Gesù “non ha avuto paura di sedersi a tavola con i peccatori, per assicurare loro che alla tavola del Padre e del creato c’era un posto riservato anche per loro; ha toccato coloro che si consideravano impuri e, lasciandosi toccare da loro, li ha aiutati a comprendere la vicinanza di Dio, anzi, a comprendere che loro erano i beati”. “Penso in particolar modo a quei bambini, bambine e donne esposti alla prostituzione e alla tratta, sfigurati nella loro dignità più autentica”, l’elenco dettagliato del Papa: “A quei giovani schiavi della droga e del non-senso che finisce per oscurare il loro sguardo e bruciare i loro sogni; penso ai migranti spogliati delle loro case e delle loro famiglie, come pure tanti altri che, come loro, possono sentirsi dimenticati, orfani, abbandonati, senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita”. E ancora: “Penso ai pescatori sfruttati, ai mendicanti ignorati. Essi fanno parte della nostra famiglia, sono nostre madri e nostri fratelli”. “Non priviamo le nostre comunità dei loro volti, delle loro piaghe, dei loro sorrisi, delle loro vite”, l’appello: “E non priviamo le loro piaghe e le loro ferite dell’unzione misericordiosa dell’amore di Dio. Il discepolo missionario sa che l’evangelizzazione non è accumulare adesioni né apparire potenti, ma aprire porte per vivere e condividere l’abbraccio misericordioso e risanante di Dio Padre che ci rende famiglia”. “Andiamo avanti nel cammino, sulle orme dei primi missionari, per incontrare, scoprire e riconoscere con gioia tutti i volti di madri, padri e fratelli che il Signore ci vuole regalare e mancano al nostro banchetto domenicale”, l’invito finale. Prima della benedizione finale, l’arcivescovo di Bangkok, il card. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, rivolge al Papa il suo saluto e gli offre un dono. Prima di rientrare alla nunziatura apostolica di Bangkok, il Papa saluta il direttore e il vice direttore dello stadio nazionale.

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