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di Alessio Rubicini

Come in molte altre Comunità Parrocchiali della nostra Diocesi, anche qui in Valtesino l’ultimo weekend è stato occasione per celebrare l’Apertura dell’Anno Catechistico 2014 / 2015 e per riflettere su quanto sia importante questo particolare servizio offerto da ogni Parrocchia per la formazione cristiana dei propri figli.

Le linee guida per il nuovo Anno Pastorale e Catechistico sono state tracciate dal nostro Vescovo Carlo nel corso degli appuntamenti diocesani che si sono svolti nei giorni 19 e 20 Settembre scorsi. Il nostro Parroco Don Luis ha voluto riprenderle per disegnare, con esse, il percorso formativo che la nostra Comunità Parrocchiale intende percorrere in questo nuovo anno di catechesi.

Diversi sono stati gli appuntamenti che hanno visto coinvolti in Parrocchia i vari attori della Catechesi.

Primo appuntamento è stato un incontro con tutti i genitori dei ragazzi della nostra Parrocchia svoltosi lo scorso giovedì 25 Settembre nel corso della quale sono stati accolti i nuovi Gruppi e quelli già costituiti negli anni precedenti e al termine della quale ogni famiglia ha potuto iscrivere i propri figli alla Catechesi Parrocchiale. L’incontro è stato l’occasione per il nostro Parroco Don Luis per rivolgere ai genitori presenti, a nome suo e di tutti i Catechisti della Parrocchia, un saluto ed alcune indicazioni e raccomandazioni per il nuovo anno di Catechesi:

“Questo nostro incontro di apertura e di iscrizione alla Catechesi Parrocchiale di quest’anno è un momento importante quindi carissimi fratelli, carissime sorelle, siate benvenuti nella casa del Signore che è la nostra casa, la casa di tutti. Come ogni anno ci raduniamo per dare inizio a un nuovo anno di Catechesi. I nostri Vescovi ci hanno detto che viviamo tempi nuovi, che l’Italia conserva ancora tracce di tradizione cristiana, ma che è segnata da un processo di secolarizzazione e relativismo, che radicalizza la libertà individuale e l’autonomia incondizionata dell’uomo, un contesto culturale nel quale si diffonde l’indifferenza religiosa dove molti attribuiscono scarsa importanza alla Fede religiosa. Quindi, è per me motivo di grande gioia vedervi qui, in questa sera, per iscrivere i vostri figli alla Catechesi parrocchiale. Sono contento perché questo mi dice che volete fare Comunità, che volete che continui ad esistere questa Parrocchia.

Come più volte ho segnalato nelle lettere alle famiglie e secondo l’affermazione di San Giovanni Paolo II “la Catechesi è una responsabilità di tutta la Comunità Cristiana e non solo dei Sacerdoti e dei Catechisti”, perciò si rende necessario l’impegno di ogni famiglia. Impegno che si è assunto già nello stesso giorno del proprio Matrimonio (per chi si è sposato in Chiesa e nella fede cristiana). Infatti, tra le domande del Rito del Matrimonio si chiede: “Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?”.

E ancora, quando li avete liberamente portati qui per amministrare loro il Sacramento del Battessimo vi fu chiesto: “Vi impegnate a educarlo nella fede, perché nell’osservanza dei comandamenti, impari ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato?”

Oggi il vostro sì, che allora avete manifestato, si fa concreto e con coerenza siete qui a chiedere alla Comunità di Fede che vi aiuti a educare i vostri ragazzi. Papa Francesco ci insegna che “Il mandato missionario del Signore comprende l’appello alla crescita della Fede quando indica nel Vangelo di Matteo (Mt 28,20): «insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato». Così, dice il Papa, appare chiaro che il primo annuncio deve dar luogo anche ad un cammino di formazione e di maturazione”, e insiste ancora nell’affermare che “l’Educazione e la Catechesi sono al servizio di questa crescita”.

La Catechesi è questo cammino di crescita e di formazione che implica non solo l’ora settimanale della classica Catechesi, propriamente detta, ma anche le diverse attività come la realizzazione della Corona dell’Avvento, le recite, la Via Crucis, le feste, i servizi di chierichetti, la presenza al Mese di Maggio, i Campi Scuola, ecc. Tutte queste sono attività che fanno parte di questo cammino o di questo percorso di formazione e sono il luogo, dove si realizza l’incontro con il Signore Gesù, centro della Catechesi stessa, e dove si mette in atto l’insegnamento ricevuto, dove si praticano le virtù di responsabilità, del servizio, della comunione, che in altro modo sarebbero solo parole.

Di fatto, la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) nella lettera “Annuncio e Catechesi per la vita cristiana”, indica che il centro vivo della Catechesi è la persona di Gesù. Segnalano i Vescovi che la Catechesi ha lo scopo di farcelo conoscere, di educarci ad accoglierlo, a seguirlo, a entrare in comunione vitale con Colui che ci introduce nel mistero della Trinità, della Chiesa e dell’uomo rinnovato dallo Spirito. Tale conoscenza non sarebbe possibile se non ci fosse un reale incontro con il Signore Risorto. È questo il centro della Catechesi, andare ad incontrare il Signore. Insegnare le preghiere ai ragazzi è dovere vostro, cari genitori, è dovere che si fa a casa non nel Gruppo di Catechismo. Insegnare le prime cose, il Segno della Croce, è dovere di ogni Cristiano non del catechista e non del Sacerdote.

Anche il nostro Vescovo, all’apertura dell’Anno Pastorale lo scorso Sabato 20 Settembre, ci diceva: (e cito testualmente) “Cercate il Signore, mentre si fa trovare” (Is 55,6). L’esortazione del Profeta Isaia ben si addice all’inizio di un Anno Pastorale. Il Signore si fa trovare, ma dobbiamo cercarlo, cioè essere pronti ad accoglierlo. Cercarlo mentre si fa trovare: significa che non possiamo rimandare a domani la ricerca di oggi, ma fare buon uso del tempo che Egli ci dona. Un Anno Pastorale è un’occasione propizia per incontrare personalmente e comunitariamente il Signore. Cercare significa che non lo si è ancora incontrato completamente, significa non chiudersi nei propri pensieri e nei propri schemi del passato… Quante Comunità sono frenate nella loro generosità da invidie e da mormorazioni malvagie che, come per gli operai della vigna, rovinano il tanto buon lavoro fatto. Estirpiamo da noi e dalle nostre Comunità questa gramigna che soffoca il buon grano”. Ognuno lo assuma per sé perché sono le parole del nostro Pastore per tutti.

Sono consapevole dei limiti della nostra Parrocchia, sia quelli strutturali, per cui non abbiamo sale a sufficienza per incontri simultanei, sia quelli della carenza di Catechisti, cioè Cristiani disposti a “perdere” il loro tempo (secondo la mentalità corrente del mondo) nel servizio alla Comunità, nell’aiutarmi e nell’aiutarvi nell’educazione cristiana dei ragazzi, nel servizio ai vostri figli. Credo che insieme con voi io abbia l’obbligo, il dovere morale di ringraziare la loro disponibilità.

Il Catechista non è uno scienziato o un laureato, si tratta invece di un Cristiano che vuole condividere la propria esperienza di Fede, che cammina insieme ai ragazzi e che continua a incontrare, lei o lui stesso, il Signore vivo e presente in mezzo a noi.

Il Catechista non è dunque uno studiato o un Cristiano perfetto e senza macchia ma, è un credente che si rende disponibile, che cerca di seguire e imitare Gesù.

Queste parole che sto dicendo fanno riferimento a quello che dicevano i Vescovi nel Concilio Vaticano II, quindi un bel po’ di tempo fa, dicevano che la Catechesi è dovere di tutti i Cristiani, di ogni battezzato. Ogni battezzato è un Catechista nel suo ambiente (Gaudium et Spes, documento del Concilio Vaticano II). Ogni Cristiano è un Catechista, un evangelizzatore, nel suo ambiente, a casa, nel lavoro, lì educa alla Fede.

Scrivono in nostri Vescovi “Scommettere su questo stile di vita offerto in dono non è frutto della generosità di un momento: tutta l’esistenza è chiamata a plasmarsi diversamente, anche perché fuori e dentro di noi c’è una spinta, che ci trascina verso l’egoismo, la prevaricazione, il tornaconto individuale. Il ruolo di Catechista appartiene ad ogni cristiano, che vuole essere tale, in ragione del proprio Battesimo perché è a tutti i discepoli che il Signore dice: «Andate e annunciate il vangelo a ogni creatura».

D’altronde, ci ha ricordato di recente Papa Francesco, che la nostra unica tessera è proprio il Battesimo. Siamo qui in virtù del nostro Battesimo. Anzi, proprio questa mattina a Santa Marta, mentre celebrava la Santa Messa, il Papa ci ha ricordato che ciò che conta è la verità, la realtà concreta del Vangelo, che ci sono molti che si vantano: “Ma io sono cristiano… Io sono parente di quel Prete, di quella Suora, di tal Vescovo… La mia famiglia è cristiana, siamo bravi tutti”. Questo è vanità, è vivere per apparire, vivere per farsi vedere… Per questo Gesù ci dice che dobbiamo costruire la nostra casa, cioè la nostra Vita Cristiana, sulla roccia, sulla verità”. Imitando Gesù nel servire come ci invita ancora Papa Francesco nell’esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, dove ricorda che nella Catechesi si deve mettere al centro la Parola di Dio (lo dico anche per i Catechisti)e che è necessario valorizzare i segni liturgici invitando a utilizzare un nuovo linguaggio parabolico, che partendo della bellezza stessa che è intorno a noi ci porti all’incontro con Gesù.Noi abbiamo tanta bellezza qui. I nostri ragazzi, non so se riescono a vedere la bellezza che c’è intorno a loro, la tranquillità della quale godono ancora, nonostante ciò di cui ci rammarichiamo. Sono stato quest’estate per alcuni giorni in Messico e ho visto come molti ragazzi non sono né tranquilli, né in pace, né ben vestiti, né ben nutriti, né con i genitori accanto. I nostri ragazzi ancora hanno questo perché hanno voi e questo già è grazia, questo già è dono, Inoltre, il Papa ci esorta affinché “Sulla bocca del Catechista torni sempre a risuonare il primo annuncio: Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”.

Afferma ancora il Papa che “In una civiltà paradossalmente ferita dall’anonimato e, al tempo stesso, ossessionata per i dettagli della vita degli altri, spudoratamente malata di curiosità morbosa la Chiesa ha bisogno di uno sguardo di vicinanza per contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all’altro tutte le volte che sia necessario” Anche qui, nella nostra Comunità, ci stanno le chiacchiere però c’è ancora, grazie a Dio e grazie a voi, la vicinanza. Ci conosciamo ancora… Non conosciamo, forse ancora, quelli appena arrivati ad abitare nei quartieri di San Salvatore o de La Vigna ma dobbiamo avere la vicinanza che ci da la capacità di contemplare, di commuoversi, di fermarsi davanti all’altro tutte le volte che sia necessario non solo quando ci muore un figlio o un papà ma sempre, tutte le volte che sia necessario.

Questo tenteremo di fare, perciò abbiamo bisogno della presenza costante dei ragazzi, della presenza e collaborazione vostra e della formazione dei nostri Catechisti. È vero che non sono scienziati ma c’è la possibilità di formarli e loro si rendono disponibili a questo. Perciò mi permetto di chiedervi un contributo che è versato in un conto specifico per queste attività.

Vi chiedo comprensione e collaborazione annunciandovi gli orari dei Gruppi e i loro Catechisti. Passeremmo poi a iscrivere nei luoghi prestabiliti. Andremo con il proprio Catechista per entrare in dialogo con lui. Parlate con il Catechista. Il Catechista non è un indovino. Sicuramente non può sapere tutto dei vostri ragazzi, se voi non glielo dite. Non può sapere se si ammala e che, perciò, è mancato 5 volte senza che nessuno gli dica niente. Io vi ho chiesto perdono e vi ho chiesto scusa per i minuti di ritardo con i quali abbiamo iniziato. Ma è mancanza di rispetto, alla Comunità Parrocchiale e a coloro che danno il loro tempo per i vostri figli, non avvertire che vostro figlio non verrà al Catechismo questo sabato. Dopo urliamo che c’è bisogno di rispetto. Ma ecco, sta nelle nostre mani il cambiare le cose, sta nelle nostre mani e nelle nostre possibilità perché ci conosciamo, perché siamo fratelli, perché siamo amici tra di noi.

Concludo invitando ancora a chi possa, a chi voglia, donare un po’ di se in favore di tutti per contribuire nei gruppi di Catechesi. Non c’è tempo di approfondire il concetto che viene riportato in tutti i documenti della Chiesa: è la Comunità Cristiana che educa. Ecco perché la mia scelta che nessun gruppo abbia un solo Catechista. Perché i bambini devono vedere che sono diversi, che “è la mia Comunità che mi accoglie, con la quale io faccio Comunità”. Sennò sono belle parole… Noi diciamo che siamo stanchi delle belle parole però poi ci costa mettere in pratica le cose. Facciamo molta fatica. Capisco, per tutta la pesantezza che la cultura odierna porta con sé. Però invito ancora, perché per ben tre mesi ho invitato, chi vuole, chi può ci dia una mano.

Non possiamo non tener conto dell’invito del Papa e anche di quello del nostro Vescovo che sabato scorso ha concluso la sua omelia dicendo: “Andiamo, quindi, con la gioia del Vangelo dell’amore di Dio nel cuore, doniamo questa gioia a tutti con larghezza: ai vicini e ai lontani; ai giusti e ai peccatori; ai bambini, ai giovani e ai vecchi; ai sani e ai malati; agli uomini e alle donne. Nessuno sia privo della nostra amorevole vicinanza, della quale Dio, nella sua bontà, si serve per far giungere a tutti il suo amore”.

Grazie della fiducia che ci date e della volontà che avete per continuare a costruire questa nostra bellissima Comunità perché è bella e a me si spezza il cuore quando mi dicono che dovrebbe essere una delle tante Parrocchie da chiudere perché non si vedono i fedeli. Senza i Fedeli non c’è la Chiesa, senza i Cristiani non giunge il Vangelo di Gesù a nessuno. Dio vi benedica a voi fratelli che siete qui coerenti a ciò che avete detto il giorno del vostro Matrimonio, il giorno del Battesimo del vostro figlio. Se siete davvero in questa ottica che proclamiamo, se volete, siete benvenuti, e aiutiamoci. Il Signore ci aiuti tutti a far realtà la Sua Parola, a far realtà questo che Egli ci sta proponendo attraverso la voce del Papa, del Vescovo e, adesso, attraverso la voce di questo Sacerdote che avete come Parroco”.

Successivamente Don Luis ha presentato a tutti i vari Gruppi della Catechesi con i loro Catechisti ed ha comunicato gli orari ed i luoghi dei vari incontri per ogni Sabato pomeriggio:

  • il Gruppo della Prima Elementare guidato da Rita Fares, Tania Bonanno e Giorgia Mori (ore 15, Sala del Crocifisso);
  • il Gruppo della Seconda Elementare guidato da Lucia Cocci Grifoni e Luca Spaccasassi (ore 15, Sala della Madonnina)
  • “I Magnifici…” (3a Elementare), che si preparerà per la Prima Confessione, guidato da Alessio Rubicini e Andrea Capecci (ore 15, Salone Don Ubaldo Grossi);
  • “Gli Amici di Gesù” (4a e 5a Elementare) guidato da Emidio Mora e Francesca Illuminati (ore 16.15, Salone Don Ubaldo Grossi);
  • “Il Dono della Vita” (1a Media) guidato da Gabriella Sestili e Maria Cristina Spaccasassi (ore 16.15, Sala della Madonnina);
  • “La Creazione” (2a Media) guidato da Anna Maria Picciola e Remigio Giannetti (ore 16.15, Sala del Crocifisso);
  • “Gli Scoiattoli” (3a Media) guidato da Loris Bonanno e Silvia Capecci (ore 17.30, Sala del Crocifisso);
  • “Insieme Verso”, (1° e 2° Superiore), che si preparerà per ricevere il Sacramento della Cresima, guidato da Domenico Del Prete, Daniela Almonti e Loredana Di Giampaolo (ore 17.30, Salone Don Ubaldo Grossi).

Gli appuntamenti con cui la nostra Parrocchia ha festeggiato la riapertura dell’Anno Catechistico sono stati, poi, la Festa di Sabato 27 Settembre durante la quale ciascuno dei nostri ragazzi ha potuto conoscere, o reincontrare, i propri compagni nel cammino della Catechesi ed i catechisti, vecchi e nuovi, che li accompagneranno nel loro percorso. Domenica 28 Settembre, poi, tutti i protagonisti della Catechesi (il nostro Parroco, i catechisti, i ragazzi, i loro genitori e tutta la nostra Comunità Parrocchiale) ha potuto ringraziare il Signore per il nuovo Anno di Catechesi che ci dona e che ci permette di vivere assieme nel corso della Celebrazione Eucaristica animata dai vari Gruppi di Catechesi.

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