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Leone XIV agli studenti “dietro disagio, violenza, bullismo, sopraffazione c’è il vuoto scavato dalla società”

“Non basta avere grande scienza, se poi non sappiamo chi siamo e qual è il senso della vita. Senza silenzio, senza ascolto, senza preghiera, perfino le stelle si spengono”.

Lo ha detto il Papa, che nel discorso rivolto agli studenti che partecipano al Giubileo del mondo educativo si è detto colpito dal desiderio espresso dagli stessi giovani: “Aiutateci nell’educazione alla vita interiore”.

“Possiamo conoscere molto del mondo e ignorare il nostro cuore”, l’analisi di Leone XIV: “Anche a voi sarà capitato di percepire quella sensazione di vuoto, di inquietudine che non lascia in pace”. “Nei casi più gravi, assistiamo a episodi di disagio, violenza, bullismo, sopraffazione, persino a giovani che si isolano e non vogliono più rapportarsi con gli altri”, ha denunciato il Papa: “Penso che dietro a queste sofferenze ci sia anche il vuoto scavato da una società incapace di educare la dimensione spirituale, non solo tecnica, sociale e morale della persona umana”. “Da giovane, sant’Agostino era un ragazzo brillante, ma profondamente insoddisfatto, come leggiamo nella sua autobiografia, Le Confessioni”, ha spiegato il Pontefice: “Cercava dappertutto, tra carriera e piaceri, e ne combinava di tutti i colori, senza però trovare né verità né pace. Finché non ha scoperto Dio nel proprio cuore, scrivendo una frase densissima, che vale per tutti noi: ‘Il mio cuore è inquieto finché non riposa in Te’. Ecco allora che cosa significa educare alla vita interiore: ascoltare la nostra inquietudine, non fuggirla né ingozzarla con ciò che non sazia. Il nostro desiderio d’infinito è la bussola che ci dice: ‘Non accontentarti, sei fatto per qualcosa di più grande’, ‘non vivacchiare, ma vivi’”.

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