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Vita consacrata: “ripartiamo da qui per dire pace con la nostra vita”

(Foto SIR)

“Ripartiamo da qui per dire pace con la nostra vita, per costruirla insieme a quanti coltivano il desiderio di una umanità piena”.

È l’appello contenuto nel messaggio finale dei partecipanti al Giubileo della vita consacrata, letto questa sera nella basilica di San Paolo fuori le Mura, durante la veglia conclusiva dell’evento che ha riunito circa 4.000 consacrate e consacrati da tutto il mondo. “Ci siamo messi in cammino per celebrare insieme il nostro giubileo, guidati da una luce: ‘Pellegrini di speranza sulla via della pace’”, si legge nel testo, rivolto “a tutti i fratelli e le sorelle della comunità umana”. I religiosi ricordano di essere presenti “nelle piazze, negli uffici, nei mercati, nelle scuole e negli ospedali”, ma anche “là dove la guerra infuria, la natura si ribella, le dittature negano ogni specie di diritto umano”. Il messaggio richiama la promessa di “essere una presenza, sorelle e fratelli fra tutti, pronti a dare la vita”, ed esprime gratitudine per “il bene dato e ricevuto”. Dopo il passaggio dalla Porta Santa, i consacrati chiedono perdono “per le volte in cui non siamo riusciti ad essere presenza di ascolto e di cura”. L’appello finale è rivolto a chi ha responsabilità civili, “perché sulla logica del profitto che schiaccia i piccoli prevalga la cura che sa far fiorire ogni germe di vita”. Maria, madre di Gesù, “sia modello di come costruire la pace vera secondo il pensiero di Dio”.

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