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Consiglio permanente: card. Zuppi, “la sinodalità non finisce, deve diventare uno stile”

“Guardare con uno sguardo missionario il futuro del nostro Paese”.

È questo, per il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, il compito della Chiesa italiana, dopo il Giubileo. “In questa società disarticolata c’è da ritessere la fraternità, secondo quelle indicazioni che Papa Francesco ci ha offerto nella Fratelli tutti”, ha affermato il cardinale, citando gli ultimi passi del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia, il cui testo finale, riformulato, sarà votato il 25 ottobre dalla terza Assemblea sinodale  per essere poi presentato ai vescovi riuniti nell’Assemblea generale in programma ad Assisi dal  17 al 20 novembre.

“Di fronte alle fatiche incontrate nella seconda Assemblea, abbiamo voluto dare e prenderci tempo per far maturare in modo opportuno un testo che fosse davvero espressione fedele del percorso compiuto”, ha puntualizzato Zuppi a proposito dello spostamento dell’Assemblea generale da maggio a novembre. “Accogliere, discernere e concretizzare quanto ci verrà consegnato dall’Assemblea sinodale”, i prossimi passi: “Avremo davanti a noi la sfida di individuare le priorità e conseguentemente gli strumenti adatti per tradurre queste priorità, affinché le nostre Chiese diventino sempre più missionarie e comunionali”. “La sinodalità non finisce, ma deve diventare uno stile e una serie di scelte operative, coinvolgenti, fraterne e profetiche”, ha osservato il cardinale: “La sinodalità ha bisogno di tutti, di una collegialità partecipe e lungimirante e di ascoltare sempre il primato di colui che presiede nella comunione”.

Redazione: