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Agostiniani. P. Alejandro Moral lascia la guida dopo 12 anni: “Compassione, formazione e fraternità sono le priorità”

(Foto Agostiniani)

Di Riccardo Benotti

“Se non siamo strutturati a partire dalla compassione, tutto ciò che compiamo sarà irrilevante”. Si è aperto con queste parole il discorso di congedo di padre Alejandro Moral Anton, al termine di dodici anni come priore generale dell’Ordine di sant’Agostino. Pronunciato oggi nel contesto del Capitolo generale in corso a Roma, il suo intervento ha voluto essere al tempo stesso un atto di gratitudine e una consegna profetica. Dopo aver ripercorso le tappe principali del proprio servizio – dagli anni della formazione al governo dell’Ordine attraversando anche momenti di prova, come la pandemia e decisioni dolorose –

padre Moral ha indicato tre ambiti prioritari per un rinnovamento autentico: la formazione, “solida e continua, capace di preparare religiosi maturi e radicati nella Parola”; la vita comunitaria, “meno legata alle opere e più centrata sulla fraternità missionaria”; la comunione dei beni, “segno evangelico di libertà interiore e testimonianza credibile”.

È una chiamata a non gestire l’ordinario, ma a ritrovare il coraggio della visione: “Abbiamo grandi valori, abbiamo energie e capacità – ha affermato –: dobbiamo solo ritrovare la gioia della nostra vocazione, la passione della comunione, il coraggio della testimonianza”.

(Foto Agostiniani)

Una settimana di ascolto, fraternità e sinodalità

Il Capitolo, inaugurato il 1° settembre con la celebrazione eucaristica presieduta da Papa Leone XIV nella basilica romana di sant’Agostino, ha raccolto frati provenienti da tutto il mondo, insieme a religiose, laici e membri delle famiglie agostiniane. Nell’omelia, il Pontefice ha invitato i partecipanti a custodire uno stile di ascolto, unità e umiltà: “Nessuno pensi di avere da sé tutte le risposte. Ciascuno condivida con apertura ciò che ha. Tutti accolgano con fede ciò che il Signore ispira, nella consapevolezza che ‘quanto il cielo sovrasta la terra tanto le sue vie sovrastano le nostre vie’”.

Nel suo saluto, padre Moral ha ringraziato il Papa per la vicinanza e ha rinnovato la fedeltà dell’Ordine alla Sede apostolica. Nei giorni successivi, le sessioni del Capitolo si sono articolate in celebrazioni, relazioni, momenti di adorazione, visite simboliche e lavori di gruppo.

Particolare rilievo hanno avuto le riflessioni di mons. Luis Marín de San Martín, vescovo agostiniano e sottosegretario del Sinodo, che ha presentato la vita religiosa come “luogo di profezia”, da ripensare alla luce del kairos attuale. “La bellezza della nostra storia, come agostiniani, è che continua a svilupparsi – ha affermato padre Joseph Farrell, presidente del Capitolo –. Non esiste un capitolo finale. Possiamo sempre aggiungere nuove pagine, lasciandoci guidare dalla speranza”.

(Foto Agostiniani)

Radicati nella Parola, protesi verso Dio

Accanto ai dati, alle statistiche e alle analisi, ciò che emerge con forza in questa prima settimana è la volontà di tornare all’essenziale: la Parola, il carisma, la fraternità. “Chi presiede non si ritenga felice perché domina con il potere, ma perché serve con la carità”, ha ricordato padre Moral, citando le Costituzioni dell’Ordine. La sua conclusione, affidata a una preghiera, è diventata invocazione condivisa:

“Benedici il nostro Ordine, Signore. Dona al nuovo priore generale la sapienza e la carità del servizio. Fa’ che, sull’esempio del nostro padre Agostino, viviamo uniti in cuore e anima, protesi verso di Te”.

È in questa fedeltà che si misura il futuro. La concretezza dei numeri si intreccia alla speranza della comunione, mentre il Capitolo prosegue il suo cammino di discernimento, tra atti ufficiali e momenti di silenzio, incontri formali e ascolto fraterno. “Non basta amministrare l’esistente – ha ribadito padre Moral –. Occorre ripensare la nostra vita religiosa in fedeltà al carisma. È il tempo del rinnovamento”. Lunedì sono previste le prime votazioni. C’è attesa per una visita a sorpresa di Leone XIV.

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