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Sant’Egidio alla Vibrata, la comunità ha onorato il Santo Patrono. Vescovo Coccia: “L’incontro con il Risorto ci impegna a livello personale e comunitario”

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Nell’ambito dei festeggiamenti organizzati in onore del Santo Patrono, ieri, Lunedì 1 Settembre 2025, alle ore 18:00, la comunità di Sant’Egidio Abate, in Sant’Egidio alla Vibrata, si è ritrovata presso la chiesa Sacro Cuore di Gesù per celebrare una Santa Messa e poi dare vita alla tradizionale processione per le vie del centro cittadino che quest’anno si è conclusa nella chiesa Sant’Egidio Abate, da pochi giorni riaperta al culto dei fedeli.

A presiedere la Celebrazione Eucaristica è stato mons. Piero Coccia, vescovo emerito di Pesaro, il quale ha concelebrato con il parroco della comunità ospitante, don Luigino Scarponi, e con gli altri preti della città: don Marco Claudio Di Giosia, parroco della comunità San Giuseppe in Paolantonio, e don Elvezio Di Matteo, parroco della comunità Santa Maria della Misericordia in Faraone. Presente anche il diacono Giovanni Antonio Scarciglia.

Durante l’omelia, il vescovo Coccia ha prima di tutto portato i saluti del vescovo Gianpiero Palmieri, che non ha potuto partecipare ai festeggiamenti in onore di Sant’Egidio. Poi ha salutato tutti presenti, a partire dalle autorità civili e militari, tra le quali il primo cittadino Annunzio Amatucci e il maresciallo Paolo Dirigo, che ha ringraziato per il loro “mettersi a servizio del bene comune e per riuscire a mantenere l’ordine in una città molto vivace”. Ha poi proseguito salutando le Suore Concezioniste e tutti i collaboratori parrocchiali, ringraziandoli “per le risorse, le capacità, il tempo e le energie che mettono a disposizione della comunità”. Infine ha saluto i preti celebranti, una presenza a lui molto gradita, perché – ha spiegato – “è sempre bello vedere un presbiterio che sa collaborare”. Ha ringraziato in particolare il parroco don Luigino Scarponi per averlo invitato a vivere una festa che già in passato aveva avuto modo di conoscere ed apprezzare, quando da giovane prete aveva accompagnato il vescovo dell’epoca, mons. Marcello Morganti.

Commentando poi la Parola di Dio del giorno, mons. Coccia ha spiegato quanto la Parola sia faro di luce nel cammino quotidiano della vita, donando saggezza a chi l’ascolta, proprio come è successo a Sant’Egidio: “Il vostro patrono è stato un monaco, vissuto tra il VII e l’VIII secolo del sud della Francia. Un uomo molto amabile, molto dolce, un uomo dedito alla preghiera profonda, un uomo dedito all’ascolto e all’analisi della Parola di Dio. Un uomo che veniva consultato anche dai maggiori esponenti del suo tempo per ricevere consigli, perché era ritenuto uomo di Dio, che aveva quindi la saggezza di Dio. Pertanto anche uomo di magistero, di insegnamento”.

“E cosa ci hanno detto allora queste letture di oggi – ha proseguito il vescovo Piero –? Ci hanno fatto fare una riflessione sulla risurrezione, perché Sant’Egidio, l’esperienza della risurrezione, l’ha vissuta nel suo percorso umano, in attesa dell’evento ultimo della Resurrezione celeste.
Nella prima lettera ai Tessalonicesi, San Paolo scrive a questa comunità un po’ problematica, rassicurandola, dandole la certezza che la risurrezione avviene. E avviene non solo alla fine della vita e alla fine dei tempi, ma avviene anche nel percorso umano, perché tutti siamo chiamati a risorgere. Anche il Vangelo ci ricorda che lo Spirito porterà Gesù a liberare i prigionieri, a ridare fiducia agli affaticati. Liberare, infatti, significa risorgere, liberare i prigionieri, ritrovare fiducia, avere la speranza nel cammino della vita. Tutte queste realtà umane, che hanno una spinta in avanti, sono identificabili con la resurrezione come forma anticipativa.
E allora ci chiediamo, cari amici, ma noi che abbiamo la fede nel Signore – Signore morto ma soprattutto risorto – in che modo siamo coinvolti in questa Liturgia di oggi? Come essa ci riguarda, come ci tocca? C’è un rapporto tra il Signore risorto e noi? Tra Paolo, che fa questa lunga lezione ai Tessalonicesi sulla resurrezione di noi stessi, e noi? C’è una connessione? Certo! Tutti abbiamo a che fare con la Resurrezione. Prima di tutto perché noi incontriamo il Risorto, Gesù Risorto, in molti modi: è qui, in questa Parola che ci è stata detta; Gesù Risorto è lì nella celebrazione dell’Eucaristia; è qui presente nel tabernacolo. Gesù Risorto è presente nella nostra coscienza. Allora l’esperienza del Cristo Risorto non è un’esperienza lontana da noi, ma è dentro di noi! Certamente occorre avere percezione, coscienza, responsabilità, ma con il Signore Risorto tutti noi facciamo i conti”.

Ecco allora gli impegni a cui l’incontro con il Risorto ci chiama: ” Come è avvenuto per Sant’Egidio – ha detto mons. Cocciaanche noi, a seguito dell’incontro con il Risorto, siamo chiamati ad un impegno duplice, su due piani, su due livelli, su due settori.
Innanzitutto nel vivere l’esperienza del Cristo Risorto dentro di noi, a livello personale. Noi tutti nella vita affrontiamo con gioia la vita nei momenti belli e felici, ma la vita a volte ci mette alla prova e noi ci scoraggiamo, a volte sbandiamo. Proprio in quei momenti abbiamo bisogno sul piano personale, tutti, di risorgere. Il Cristo Risorto, che incontriamo nell’Eucaristia, ci sfida ad essere persone che guardano il futuro, che costruiscono il futuro, che sanno essere reattivi anche di fronte a tante difficoltà personali, come tante amarezze, sconfitte, tante realtà negative che ci prendono nel cuore. Il credente ha questa grande risorsa, perciò non si lascia catturare dal pessimismo o dalle difficoltà, ma reagisce in senso positivo, perché è nutrito del Cristo Risorto, perché è discepolo del Risorto.
Il secondo impegno, poi, ci riguarda nella comunità, cioè nelle relazioni che noi viviamo. Tutti abbiamo relazioni sociali, ma le relazioni oggi sono diventate complicate, a volte sono anche distruttive: quando ci sono degli interessi di mezzo, ci si ammazza per un pezzo di terra, si perpetrano ingiustizie, si sfruttano gli altri. Cosa dobbiamo fare allora noi come credenti? Siccome siamo nutriti nel Risorto, istruiti dal Risorto e identificati nel Risorto, dobbiamo essere portatori di nuova tipologia di relazioni: non relazioni distruttive, abrasive, graffianti, aggressive, bensì relazioni costruttive, che sanno generare sentimenti buoni nell’animo delle persone. Nel mondo di oggi l’altro viene visto quasi sempre e dappertutto come il nemico, la persona da distruggere con la parola, con il giudizio, oltre che con gli atteggiamenti, con i comportamenti, con le scelte della vita. Di fronte a questa situazione, dobbiamo agire da Risorto! Certamente occorrono delle riforme di legge, ma la prima grande riforma da fare è nel nostro cuore. Se non cambiamo l’animo delle persone, le riforme non servono. Dobbiamo cambiare dentro. E chi può farlo?! Il Signore! Il Signore ci cambia, affinché noi possiamo cambiare la comunità, la scuola, la famiglia, il quartiere, la parrocchia e le relazioni quotidiane”.

Al termine della Celebrazione Eucaristica, i fedeli hanno dato vita alla solenne processione per le vie della città, tutto come da tradizione. La grande novità è stata la meta del percorso: anziché rientrare presso la chiesa del Sacro Cuore, la statua del Santo Patrono è stata depositata nella chiesa di Sant’Egidio Abate, da pochi giorni riaperta al culto. Il momento, di spiritualità e devozione, è stato vissuto con particolare commozione da tutti i presenti. Il sindaco Amatucci, sollecitato dal parroco, ha preso la parola per ringraziare tutti coloro che si sono impegnati nell’organizzare i vari festeggiamenti e per fare un appello, rivolto ai suoi concittadini, per la pace e l’unità della comunità santegidiese. Anche don Scarponi ha voluto concludere il ricco pomeriggio con un appello alla pace, sottolineando come le bandierine che i bambini del Palio avevano in mano rappresentavano proprio tutti i popoli del mondo, uniti in un grande abbraccio.

Ancora due gli appuntamenti significativi che attendono la comunità santegiediese.
Oggi, Martedì 2 Settembre, spazio alla musica di qualità! Alle ore 21:15, presso la chiesa Sacro Cuore, si terrà un concerto d’organo eseguito dal Maestro organista Diego Cannizzaro.
I festeggiamenti si concluderanno poi Giovedì 4 Settembre 2025, alle ore 21:15, in Piazza Europa, con l’iniziativa “Sant’Egidio multietnico e multireligioso – Quinto dialogo cattolico islamico – Incontriamoci per conoscerci meglio“. Il tema scelto quest’anno è “Il misericordioso“, appellativo riservato a Dio. Nell’occasione verrà eseguita la lettura in italiano e in arabo di preghiere e brani riguardanti il nome di Dio e tratti dalla Bibbia e dal Corano. Anche in questo caso è prevista la presenza e l’intervento del vescovo delle Diocesi del Piceno, mons. Gianpiero Palmieri.

Carletta Di Blasio: