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Martinsicuro, Festa del Mare. Vescovo Palmieri: “Maria è l’esempio di quanto la Parola possa essere generativa!”

MARTINSICURO – Un tempo sospeso, in cui il cielo si è coperto di nuvole bianche, il riverbero dei raggi dei sole al tramonto ha colorato il mare di tinte calde, il vento ha iniziato a soffiare leggero e un silenzio quasi irreale si è fatto spazio tra i mille suoni del frenetico lungomare tanto popolato d’estate: sono questi i tratti principali per disegnare in maniera fedele la bellissima Celebrazione Eucaristica in onore dei Caduti del mare, vissuta dalla comunità del Sacro Cuore di Gesù in Martinsicuro nel tardo pomeriggio di ieri, Mercoledì 14 Agosto 2025, alle ore 19.00, presso il parco “Tempo Libero”.

La Santa Messa, presieduta da mons. Gianpiero Palmieri, vescovo delle Diocesi del Piceno,  è stata concelebrata dal parroco don Anselmo Fulgenzi e dal vicario parrocchiale don Silvio Giampieri. Presente anche il giovane seminarista Simone Gasperi. Ad impreziosire la Celebrazione è stata la corale parrocchiale, diretta da Maria Cristina Vallese ed accompagnata all’organo dal marito Giampaolo.

La Messa ha registrato la presenza di numerose autorità civili e militari, oltre che di personalità di spicco del mondo della Marineria: il primo cittadino di Martinsicuro Massimo Vagnoni; la vicesindaca Monica Persiani; il presidente del Consiglio Comunale Umberto Tassoni;  la consigliera comunale Martina Pollastrelli; il generale di Brigata Roberto Faiazza; il luogotenente Francesco Iavarone, comandante della Guardia Costiera di Martinsicuro; Iacopo Copponi, sempre della Guardia Costiera di Martinsicuro; il capitano Massimiliano Zippi, comandante della Polizia Locale della città di Martinsicuro; il capitano di vascello Gabriele Martiniani, presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, sezione di Martinsicuro; i presidenti dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia dei Gruppi di Pineto, Montesilvano, Ascoli Piceno e Cupra Marittima.

Presenti anche la neonata Confraternita San Gabriele dell’Addolorata di Martinsicuro, guidata dal priore Amedeo Testasecca, e la vicina Confraternita Madonna del Suffragio di Colonnella, guidata dal priore Guerino Reganatini.

Una Parola generativa: l’esempio di Maria

Durante la sua omelia, l’arcivescovo Palmieri ha spiegato la pericope del Vangelo di Luca appena proclamato (Lc 11,27-28): “Le parole della donna, che dice a Gesù «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!», sono parole normali, molto umane, comuni. Non è affatto comune, invece, la risposta di Gesù, che va su un altro piano rispetto all’esclamazione della donna: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Queste parole, infatti, parlano di fecondità o – per usare una parola che oggi va molto di moda – parlano di generatività. Quando si usa questo termine riferito ai processi della vita sociale, si intendono quei processi attraverso i quali si dà vita a qualcosa di duraturo. Ci sono processi che danno vita a qualcosa di effimero, che dura pochissimo: magari è anche una bella iniziativa, che ci commuove, che raduna tanta gente, però rimane là, dura solo un po’, non fa nascere una tradizione e quindi non produce frutti. Al contrario, ci sono degli eventi che attivano dei processi, da cui parte una tradizione: si tratta di iniziative che danno vita a qualcosa di grande. Pensiamo, ad esempio, ad un’associazione che si occupa di ragazzi con disabilità o di anziani. Un conto è se questo gruppo di persone organizza un evento e basta. Un altro conto è se invece la loro iniziativa scatena imitazioni, ne genera altre. In questo secondo caso, possiamo parlare di generatività. Mi vengono in mente le Giornate Mondiali della Gioventù: quando nel 1987 Giovanni Paolo II pensò di fare una GMG a Santiago di Compostela, la pensò come un evento che doveva durare solo quel giorno lì, ma poi scatenò un tale coinvolgimento di giovani che questi appuntamenti si susseguirono uno dopo l’altro e crearono un grande movimento di giovani di tutto il mondo, legato non a lui, tanto che è durato anche dopo di lui, fino a questa estate. Così è per la Parola di Gesù, per la Parola del Vangelo, che è profondamente generativa. Questo vuole dire Gesù con le sue parole! «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!», perché da questa Parola scaturisce una generatività, una fecondità, che non può essere fermata da nessuno. Ma Gesù parte da Maria: è lei quella che per prima ascolta la Parola ed accetta che il Verbo di Dio eterno diventi uomo nel suo grembo. Pensate che le antiche icone di Maria, le rappresentazioni greche o russe, la rappresentano durante l’Annunciazione con il fuso in mano e un filo rosso, mentre sta filando. Ma, dopo aver ricevuto l’annuncio, smette di filare, perché da quel momento in poi, Dio comincia a tessere nel suo utero la carne umana della Parola eterna di Dio. Da qui in poi nessuno potrà più fermare Gesù, la Parola di Dio fatta carne, che diventa generatrice di vita nuova per tante altre persone. Ecco allora cosa ci insegna Maria! Diventa generativo, diventa davvero fecondo! Tu, sia personalmente sia come comunità cristiana, grazie alla Parola di Dio, dirai una Parola che non dura un giorno, bensì attiva processi che dureranno nel tempo. Altrimenti sarai il dio di te stesso e, dopo che te la sarai cantata e suonato da solo, ti troverai più solo e più sterile di prima. Questo riguarda noi come persone, riguarda la Chiesa, riguarda la comunità civile. Seguiamo allora le ispirazioni del Signore: facciamo il bene, costruiamo fraternità, costruiamo concordia e siamo coraggiosi ed audaci nel fare qualcosa che costruisca futuro, processi davvero generativi! Il mare ce lo insegna. Ci insegna a non avere lo sguardo corto, bensì ci indica l’orizzonte e ci spinge a guardare lontano”.

I frutti concreti della generatività della Parola: l’appello alla pace

Durante la Celebrazione non è mancato, come ormai accade da un anno a questa parte, l’ennesimo appello alla pace da parte dell’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicepresidente della CEI, il quale ha sottolineato come la Parola, per essere davvero feconda, debba portare ad attivare  processi di fraternità, giustizia e pace che attraversano lo spazio ed il tempo, quindi ogni popolo in ogni secolo. Ha ricordato i conflitti in corso, in particolare quelli a noi più vicini, “da cui ci separa solo questo mare” – ha detto il prelato, riferendosi al conflitto israelo-palestinese.

L’appello accorato di ieri ha fatto eco al commovente momento di preghiera organizzato poche ore prima dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, il quale, nella stessa giornata, si è recato al parco storico di Monte Sole di Marzabotto, teatro di una delle più gravi stragi compiute durante la Seconda guerra mondiale, dove ha invocato la pace per ogni popolo del mondo. Nell’occasione ha letto i nomi degli oltre 12mila bambini uccisi a causa della guerra in corso tra Israele e Hamas, dal 7 Ottobre del 2023 allo scorso 15 Luglio 2025: 12.211 Palestinesi e 16 Israeliani, indicati tutti con il nome, il cognome e l’età, per un totale di 469 pagine. Zuppi ha auspicato che ricordare la “sofferenza dei bambini innocenti” possa contribuire ad avviare un dialogo che conduca ad un cessate il fuoco immediato, alla liberazione degli ostaggi e a condizioni migliori per la popolazione palestinese.

Il ricordo delle vittime del mare

Al termine della Celebrazione Eucaristica è avvenuta la commemorazione dei Caduti in Mare, una tradizione iniziata nel lontano 1981 su idea dell’allora sindaco di Martinsicuro Gianni Vallese e del primo presidente del gruppo ANMI di Martinsicuro Abramo Micozzi.

L’attuale presidente Gabriele Martiniani ha letto la preghiera del marinaio e il vescovo Palmieri ha benedetto una corona di alloro, che, dopo la Messa, è stata trasportata fino alla spiaggia per essere condotta al largo e lanciata in mare.

Accompagnate dalle note solenni e meste della Banda della Città di Ancarano, tutte le autorità presenti si sono ritrovate sulla battigia per guardare da lontano il lancio in mare della corona e onorare il ricordo dei tanti caduti in mare, riconoscendone il coraggio, la dedizione e lo spirito di sacrificio. Un omaggio alle loro storie, alle loro vite e ai familiari e agli amici che ancora oggi li ricordano con amore.

 

Carletta Di Blasio: