

Di Bruno Desidera
Un Giubileo dei giovani del tutto speciale. “Anche se a Roma siamo in pochi, ci sentiamo ‘la gioventù del Papa’. Sentiamo questa vicinanza come un impegno ulteriore per ciascuno di noi”. A parlare è Ximena Alejandra Valdivia Muro, coordinatrice della Pastorale giovanile della diocesi di Chiclayo, guidata fino al 2022 da mons. Robert Prevost, oggi Papa Leone XIV. Una vicinanza entusiasta, quella dei giovani di Chiclayo, i quali, per motivi economici e logistici, non sono presenti numerosi, come certamente avrebbero desiderato, al Giubileo di Roma. Racconta Ximena:
“Noi abbiamo vissuto il Giubileo dei giovani, a livello diocesano, lo scorso 8 giugno. Si è trattato di un momento molto bello e partecipato, appunto con questa consapevolezza di essere dei ‘privilegiati’, di essere ‘la gioventù del Papa’. Ma si è trattato, soprattutto, di un momento di forte vicinanza con tutta la Chiesa, vissuto nel santuario di Motupe, circa 80 chilometri a nord di Chiclayo, un luogo molto caro ai peruviani e allo stesso mons. Prevost, che più volte è stato qui”.
Il tempio “delle caverne”, dove viene conservata la “croce di Chalpón”, è tra i luoghi giubilari della diocesi di Chiclayo. Alla celebrazione con i giovani erano presenti anche alcune reliquie del beato Carlo Acutis, presto santo. “Al Giubileo eravamo presenti in circa 600, come giovani, c’erano numerosi sacerdoti. Abbiamo fatto una processione in città, distribuendo ai passanti dei foglietti, dei bigliettini contenenti dei messaggi che avevamo scritto. Poi, c’è stata la celebrazione presieduta dal nostro vescovo, Edison Farfán, che ha sottolineato l’importanza di noi giovani in una Chiesa sinodale”.


(Foto Vatican Media/SIR)
Sempre capace di accompagnamento e vicinanza. Ximena è felice per il viaggio a Roma: “Con me ci sono altri due giovani di Chiclayo”. In tutto, il gruppo dei peruviani è composto da circa centocinquanta giovani, che potranno salutare da vicino il “loro” Papa. Ximena, poi, conosce bene Leone XIV, dato che fu proprio lui a sceglierla come coordinatrice della Pastorale giovanile. “Durante la sua presenza a Chiclayo – ci racconta – ci siamo alternati in tre, in questo servizio. I primi due hanno maturato rispettivamente una vocazione sacerdotale e religiosa, io avverto una vocazione laicale. Ho prestato servizio per poco tempo, con mons. Prevost, perché ben presto è stato chiamato in Vaticano. Ma abbiamo vissuto, in quel periodo, diverse attività.
Ricordo il suo costante accompagnamento, l’attenzione personale, la forte vicinanza che manifestava anche nei miei confronti. E questo succedeva anche con gli altri giovani, era sempre molto disponibile a parlare con loro, a farsi fotografare.
Quando già stava per partire per il Vaticano, Chiclayo fu scelta per l’incontro di Pastorale giovanile di tutto il nord del Perù. Ci aiutò, ugualmente, molto nella preparazione di questo evento. Tutti noi lo abbiamo sentito e continuiamo a sentirlo molto vicino”. Ximena vuole lasciare, attraverso il Sir, un breve messaggio di saluto al Papa, in attesa dell’incontro giubilare: “Ti salutiamo con grande emozione, continuiamo a pregare per te e ci impegniamo a mettere in pratica il tuo messaggio e il tuo insegnamento”.
(Foto SIR)
Ai giovani dava fiducia e confidenza. Ad aver prestato per più tempo servizio nel coordinamento della pastorale giovanile, accanto al vescovo Prevost, a Chiclayo, è stato Luis Omar Tasson. Nel corso di quegli anni ha avvertito la chiamata a diventare sacerdote e missionario, e la sua voce arriva, infatti, dal Sudafrica, dove sta completando il periodo di formazione prima dell’ordinazione, nella congregazione dei Comboniani. Una vocazione, la sua, avvertita a Panama, durante la Gmg del 2019. Un evento al quale un gruppo di giovani di Chiclayo partecipò proprio grazie all’insistenza del vescovo Prevost e anche al suo interessamento per un aiuto economico nel sostenere le spese di viaggio. Luis Omar, proprio nell’organizzazione del viaggio a Panama, passò per momenti di fatica e preoccupazione, trovando nel suo vescovo, anche in questo caso, vicinanza e accompagnamento. La conoscenza tra il vescovo e il coordinatore della Pastorale giovanile era iniziata qualche anno prima: “Assunsi il servizio in Pastorale giovanile più o meno in coincidenza del suo arrivo a Chiclayo, ed esso si è protratto per sei anni, fino al 2020. Quella di mons. Prevost era una presenza discreta, ma costante, partecipava sempre agli incontri e la sua disponibilità ancora oggi mi commuove. Per esempio, aderiva a ogni nostro invito, di buon grado.
Ai giovani dava fiducia e confidenza.
In un’occasione, accettò di rispondere alle domande dei giovani presenti, e lo fece in modo molto aperto. Partecipava anche a momenti di festa, di musica e ballo. Ricordo che una volta, nella parrocchia della cattedrale, stavamo vivendo un momento di festa, avevamo messo della musica, ed era un po’ tardi. A un certo punto arrivò il vescovo… Ci fu un momento di imbarazzo, ma lui ci disse di continuare, e che era sceso solo perché voleva sapere cosa stavamo facendo”.
- (Foto Pastorale giovanile Chiclayo)
- (Foto Pastorale giovanile Chiclayo)
La partecipazione alla Gmg di Panama. La sua presenza discreta, continua Tasson, “si accompagnava, però, a una notevole chiarezza nelle scelte, rispetto alle quali, al tempo stesso, cercava condivisione, senza imporsi in modo autoritario. Il suo lavoro pastorale è stato davvero connotato dalla sinodalità, dalla capacità di includere e integrare, di custodire l’unità.
Ma seppe dare anche un forte dinamismo alla pastorale, collegandosi alla migliore tradizione pastorale latinoamericana.
Fu in quel contesto che disse, una volta: ‘Mi piacerebbe che un gruppo di giovani chiclayani partecipasse alla Giornata della gioventù di Panama’. Per noi, era una cosa del tutto nuova. Mi consigliò di parlarne a una riunione dei sacerdoti della diocesi. Io, però, ero preoccupato, anche per gli aspetti organizzativi ed economici. Una volta, in chiesa, stavo pregando, e mi sentii toccare le spalle. Era ‘monseñor’, mi incoraggiò e a un certo punto chiese: ‘Quanto serve?’. E si diede da fare per procurare la cifra necessaria per consentirci di partecipare. Oggi, posso dire che per me quella partecipazione è stata determinante, nel mio percorso vocazionale. Posso anche dire che mons. Prevost teneva molto all’aspetto vocazionale e promosse, per esempio, un festival vocazionale, con la presenza di varie congregazioni”.