Una catena umana per formare una linea rossa a piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, come simbolo del limite superato dai fatti gravissimi, che stanno accadendo in Medioriente.

Una “Red Line” per rappresentare il limite invalicabile oltre il quale le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale non possono essere ignorate e vanno contrastate: è quanto avvenuto ieri, 23 Giugno 2025, a Roma.

Una linea rossa che a Gaza è purtroppo stata superata da tempo”, affermano le organizzazioni della società civile, reti e piattaforme attive nel settore umanitario, dello sviluppo e dei diritti umani, testimoni diretti di una condotta da parte delle forze armate israeliane che in molti riconducono a un genocidio.

Tra le organizzazioni scese in piazza Amnesty International Italia, Amref Italia, Aoi, Cesvi, Cospe, Legambiente, Medici senza frontiere, Oxfam, Piattaforma delle ong italiane in Mediterraneo e Medio Oriente, Save the Children, Sos Villaggi dei Bambini, Terre des hommes, Un ponte per, Wwf Italia. Centinaia di attivisti e attiviste erano vestiti di rosso con uno striscione dello stesso colore, vuoto, “a simbolizzare l’assenza di azione della comunità internazionale, l’assenza di parole per commentare quello che continua ad accadere, l’assenza di aiuto e protezione per la popolazione che in quei luoghi continua a lottare ogni giorno per la propria vita”.

Questa azione è una testimonianza dell’impegno comune per i diritti umani, la giustizia, per chiedere la fine del massacro in corso a Gaza e nel Territorio Palestinese Occupato. “Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco immediato e duraturo, il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale umanitario e il sostegno agli organi giurisdizionali chiamati a garantirlo – si legge in una nota –. Inoltre, è fondamentale consentire l’accesso umanitario continuativo senza ostacoli e il ritorno al sistema internazionale dell’aiuto coordinato dalle Nazioni Unite e attuato dalle Ong internazionali, secondo i principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza”.

Al governo italiano viene chiesto “di allinearsi agli altri Stati membri dell’Ue, promuovendo una revisione urgente dell’Accordo di Associazione Ue-Israele (secondo l’Art. 2)”.

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