
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Era appena suonata la campanella. Tutti correvano: docenti, studenti e persino le mitica bidella del piano. Tutti che tentavano di tornare agli affanni consueti, ciascuno per le proprie competenze. In quel turbinio di voci, suoni, colori, movimenti e frenesia, in lontananza una figura si distingueva dalle altre: un uomo con addosso una camicia bianca, si dirigeva verso la mia aula con passo lento, ma deciso. Mentre camminava, in tanti lo salutavano e lui, con uno sguardo sornione, rispondeva a tutti, ma quasi cercando di darsi un contegno e di nascondere sotto la lunga barba il sorriso che gli appariva naturalmente sul volto. La scena sembrava quasi un’immagine costruita digitalmente: tutto intorno era un vortice, mentre al centro c’era lui che, invece, si prendeva il suo tempo. Come ci avrebbe spiegato successivamente, il suo passo, il suo ritmo, era un implicito invito alla lentezza, a gustare il senso dell’esistenza senza l’affanno del vivere quotidiano.
È questo il primo ricordo che ho dell’artista Paolo Annibali, scultore, pittore e disegnatore di fama nazionale, che per un breve tratto della mia vita è stato anche mio docente di Disegno e Storia dell’Arte e che è morto oggi, 17 Giugno 2025, all’età di 67 anni.
Docente presso il Liceo Scientifico Benedetto Rosetti di San Benedetto del Tronto e per alcuni anni anche membro della Commissione diocesana per l’Arte Sacra e i Beni Culturali della Diocesi Truentina, Annibali è autore di numerose opere di alto valore artistico e significative per la comunità cristiana. Tra le tante, ricordiamo: la porta degli Emigrati, in bronzo, per il Santuario di San Gabriele a Isola del Gran Sasso (TE) nel 2014; l’ambone e la porta del Giubileo per la Cattedrale di Jesi; la porta di San Giovanni Battista nella chiesa di San Giovanni Decollato a Fiesole; tre disegni per il Nuovo Lezionario, Editrice Vaticana, 2007-2008; la porta della cattedrale di Jesi; le due porte laterali della cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto: la porta santa della Misericordia e la porta Ianua Virginis, dedicata alla Vergine Maria, 2015- 2016; la statua di San Giuseppe da Copertino per il monastero di Santa Speranza in San Benedetto del Tronto nel 2002; la porta dello Spirito Santo per la chiesa San Pio X, sempre in città; la porta della Misericordia per la chiesa di San Filippo Neri in San Benedetto, dove verrà celebrato il suo funerale Giovedì 19 Giugno, alle ore 16:00.
Ma non sono solo i soggetti sacri e la spiritualità al centro delle opere di Annibali: al contrario, in esse trova spazio anche l’impegno civile dell’artista. Tra le sue opere più rilevanti, ricordiamo: “La scultura come racconto”, antologica del 2015 esposta al Complesso del Vittoriano a Roma; “Il luogo della memoria”, ciclo scultoreo dedicato al dramma dei migranti; “Il mare, il ritorno”, monumento ai caduti del mare nel porto di San Benedetto del Tronto; il monumento “I Sognatori” per piazza Matteotti, San Benedetto del Tronto tra il 2009 e il 2010; il monumento a Giuseppe Ungaretti, presso il parco letterario “Il Porto Sepolto” a Sagrado d’Isonzo (GO).
“Con la scomparsa di Paolo Annibali, pittore, disegnatore, scultore, la città perde un suo figlio di enorme valore, un uomo d’arte che sapeva parlare alla gente perché, attraverso le opere, le persone ritrovavano il senso di emozioni e sentimenti comuni – hanno detto in una nota congiunta il sindaco del Comune di San Benedetto del Tronto, Antonio Spazzafumo, e l’assessora alla Cultura Lia Sebastiani -. È stato così per ‘I sognatori’, il grande albero pieno di anfratti, animali meravigliosi e bimbi curiosi collocato in piazza Matteotti che affascinano chiunque vi si avvicini. Lo è stato per ‘Il Mare, il ritorno’, l’opera che segna indissolubilmente il legame tra la Città, la sua Marineria e l’elemento marino, fonte di speranze e di angoscia per i pericoli del lavoro del pescatore. Senza dimenticare i portali realizzati per le chiese di San Filippo Neri, San Pio X e per la cattedrale della Madonna della Marina. La città è dunque segnata dalle opere di Annibali, testamento perenne di una vita dedicata a trasmettere sensazioni e sentimenti attraverso le figure rappresentate in tantissime opere esposte o collocate in vari luoghi d’Italia.
Ci piace ricordarlo, citando la motivazione con cui fu insignito nel 2014 del Gran pavese Rossoblù: ‘Per la maestrìa e la sensibilità artistica, unite ad una visione alta e nobile della vita, che sa trasfondere nelle sue opere apprezzate in Italia e all’estero. Illustre figlio di questa terra, dona a San Benedetto del Tronto prestigio e onore attraverso le commesse e i riconoscimenti che ottiene e i capolavori che arricchiscono i luoghi più significativi della città’“.
Il cordoglio alla famiglia arriva anche dal mondo della Scuola: “Con grandissimo dolore tutto il personale del Liceo Scientifico ‘Benedetto Rosetti’ di San Benedetto del Tronto ricorda il professor Paolo Annibali, che a lungo ha operato nell’istituto, lasciando di sé traccia indelebile. Il suo lascito è fisicamente negli spazi della scuola che ospitano la splendida stele commemorativa del giovane soldato sambenedettese cui è intitolato il Liceo e le diverse opere realizzate sotto la sua guida dagli studenti, ma spiritualmente anche negli animi di tutti coloro che ne hanno apprezzato la capacità di leggere criticamente il mondo e quindi la straordinaria professionalità unita alla grande empatia. Il cordoglio più affettuoso va a tutta la famiglia, sentitamente alla moglie, Anna Nardecchia, anch’essa in passato parte del corpo docente, ed ai figli”.
Originario di San Benedetto del Tronto (AP) dove ha vissuto e lavorato per molti anni, Annibali ha scoperto il suo amore per l’arte fin da bambino, ma è soprattutto durante il periodo della Scuola Media che ha incontrato degli insegnanti capaci di riconoscere in lui il grande talento posseduto. Dopo gli studi presso il Liceo Artistico e l’Accademia delle Belle Arti a Firenze, il Maestro Annibali viene colpito da una malattia invalidante, che per un paio d’anni lo tiene lontano da qualsiasi attività. L’esperienza del dolore, tuttavia, gli consente di esplorare i meandri più nascosti del suo mondo interiore e nel 1983, ad Ascoli Piceno, organizza la sua prima mostra personale. Da qui inizia una lunga serie di successi e riconoscimenti per l’artista di origini sambenedettesi che negli anni è stato protagonista di numerosissime mostre personali e collettive, oltre che di monografie curate tra gli altri da Mariano Apa, Rossana Bossaglia, Erri De Luca, Armando Ginesi e Vittorio Sgarbi.
Marco Assenti
No Paolo caro compagno di scuola elementare. Continuerai a scolpire nel cielo le tue meravigliose sculture ❤️ Sit tibi terra levis
Elisabetta Lelli
Sconforto e sconcerto per la scomparsa di questo grande artista. La terra gli sia lieve ed il cielo la tinga d’azzurro.