RIPATRANSONE – «La pace sia con tutti voi!». Con queste parole, semplici e potenti, Papa Leone XIV ha salutato il mondo dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro, subito dopo la sua elezione al Soglio Pontificio. Un saluto che richiama quello di Cristo Risorto, il Buon Pastore che ha dato la vita per il suo gregge. «Vorrei che questo saluto di pace entrasse nei vostri cuori, raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, ovunque si trovino, tutti i popoli, tutta la terra. Questa è la pace del Cristo Risorto: una pace disarmata e disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, che ci ama tutti incondizionatamente».
Parole cariche di significato, in un tempo in cui la pace è spesso evocata ma raramente perseguita con sincerità. In un mondo attraversato da conflitti, tensioni e indifferenza, l’invito del Papa risuona come un appello urgente all’impegno personale e collettivo.
Anche nella nostra Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, il Vescovo Gianpiero ha fatto della pace un punto centrale del suo primo anno di ministero episcopale. In più occasioni ha esortato i fedeli ad essere “artigiani di pace” nella quotidianità della vita.
Una pace che si costruisce
Come ricordava Papa Francesco:
«La pace non è soltanto assenza di guerra, ma una condizione nella quale la persona umana è in armonia con sé stessa, con la natura e con gli altri. Non c’è futuro senza propositi e progetti di pace!»
È da questo spirito che nasce l’iniziativa dei giovani della Parrocchia Madonna di Fatima, dove da anni esiste un piccolo ma significativo spazio dedicato alla pace: il Giardino della Pace, situato proprio di fronte alla Chiesa Parrocchiale. Realizzato nell’aprile 2011 grazie all’impegno del Comitato Festa Parrocchiale e di un gruppo di giovani, è diventato nel tempo un luogo di incontro, spiritualità e memoria.
Il giardino ospita celebrazioni all’aperto, momenti di gioco per i più piccoli e attimi di raccoglimento personale. Al suo interno, le statue dell’Angelo della Pace e dei tre pastorelli di Fatima vegliano silenziose sulle storie di chi vi si ferma, mentre il piccolo altare al centro accoglie celebrazioni comunitarie.
È anche un luogo del ricordo: dedicato a Michele Narcisi e Paolo Capretti, due giovani parrocchiani scomparsi tragicamente l’anno prima dell’inaugurazione del giardino.
Un gesto concreto: ridare vita alle panchine della pace
Negli anni, però, il giardino ha iniziato a mostrare i segni del tempo. In particolare, le panchine – esposte alle intemperie – risultano oggi visibilmente rovinate.
Ecco allora l’iniziativa dei catechisti e dei ragazzi dei gruppi parrocchiali “Ora to Play” e “Eletti Irresistibili”, che hanno deciso di prendersi cura del giardino, a partire proprio dalle sue panchine. Un progetto semplice ma denso di significato: ridare vita a ciò che accoglie, che ospita, che sostiene.
Guidati dai consigli di alcuni genitori esperti in lavori manuali, i ragazzi si sono messi all’opera con entusiasmo e dedizione, armati di levigatrici, carta vetrata, pennelli, vernici, stencil e tanta voglia di fare bene.
I lavori sono appena iniziati, ma già si intravedono i primi frutti. Non si tratta solo di restauro materiale: è un’opera educativa e spirituale, un modo per imparare concretamente cosa significa prendersi cura di uno spazio condiviso, ma anche del proprio cuore e della comunità.
Un messaggio che continua a parlare
Nelle prossime settimane scopriremo il volto rinnovato del Giardino della Pace, frutto della collaborazione tra generazioni e della volontà di lasciare un segno duraturo. In un tempo in cui spesso ci si lamenta per ciò che manca, questi giovani hanno scelto di costruire.
E, silenziosamente, quel piccolo giardino continua a parlare. A chi vi passa accanto. A chi vi si ferma. A chi ha ancora il coraggio di credere nella forza disarmante della pace.
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