
Di M. Chiara Biagioni
Primo importante passo anche in Francia verso la legalizzazione del suicidio assistito. L’Assemblea nazionale ha approvato ieri, martedì 27 maggio, in prima lettura una proposta di legge che istituisce un “diritto all’aiuto a morire”. Il testo dovrà passare in autunno al vaglio del Senato, con un ritorno in seconda lettura all’Assemblea Nazionale che nella migliore delle ipotesi avverrà a inizio 2026. 305 deputati contro 199 hanno approvato la riforma avviata nel 2022 dal presidente Emmanuel Macron che l’ha fortemente voluta e che la ministra della Salute Catherine Vautrin vorrebbe poter ratificare prima delle elezioni presidenziali del 2027. Sul suo profilo X, il presidente Emmanuel Macron esulta.Il via libera dell’Assemblea nazionale “è un passo importante”, scrive, assicurando poi che il suicidio assistito sarà sotto stretto controllo e sarà concesso solo alle persone con malattie incurabili e dolori fisici o psicologici insopportabili.
“Profondamente preoccupati per le conseguenze sulla società francese e per le prospettive allarmanti a cui il ‘diritto alla morte’ esporrebbe, in particolare, i francesi più vulnerabili”, i vescovi francesi riaffermano, in una nota diffusa ieri sera dalla Conferenza episcopale, “la loro determinazione a farsi portavoce di una società giusta e fraterna, che protegga i più vulnerabili; e ribadiscono il loro pieno sostegno alla legge Claeys-Leonetti del 2016, attualmente in vigore ma ancora in gran parte disapplicata”.
Oltre il 20% dei dipartimenti francesi sono infatti privi di cure palliative (ovvero 1 su 5).
I vescovi assicurano pertanto il loro impegno a seguire questo importante dibattito sociale durante tutto il processo legislativo, in autunno in Senato e poi di nuovo all’Assemblea nazionale, fornendo ogni informazione utile per consentire a senatori e deputati ma anche ai cittadini francesi “di orientare il proprio discernimento su questo tema infinitamente serio e complesso”.
La legge proposta da Olivier Falorni, vicino a Macron, stabilisce che può accedere alla morte assistita chi abbia più di 18 anni, abbia la cittadinanza francese o risieda stabilmente in territorio francese, sia in grado di prendere decisioni libere e consapevoli e abbia una patologia grave, incurabile e a uno stadio avanzato o terminale. La legge consentirebbe ai medici di “autorizzare e accompagnare una persona che ha espresso la sua richiesta di ricorrere a una sostanza letale”. La persona dovrà somministrarsi la sostanza da sola o farsi aiutare da un medico o un infermiere “nel momento in cui non è fisicamente in grado” di farlo. Il personale medico che riceve la richiesta, ha l’obbligo di informare la persona sul fatto che in alternativa alla morte assistita può ricorrere a un percorso di cure palliative. Il medico che riceve la richiesta deve poi valutare il caso insieme a una commissione interdisciplinare che ha 15 giorni di tempo per dare una risposta: nel caso di un accoglimento della richiesta, il paziente ha comunque la possibilità di rinunciare alla pratica quando vuole.
Da tempo, i vescovi francesi hanno lanciato un’intensa campagna per esortare i cattolici a opporsi alla legge. L’ultima e forte presa di posizione è quella a firma dei vescovi dell’Ile-de-France che alla vigilia del voto in Assemblea Nazionale si erano rivolti direttamente con una lettera ai parlamentari.
Se la legge dovesse essere approvata – scrivono – “si creerebbero le condizioni per un crimine contro la dignità, un crimine contro la fraternità, un crimine contro la vita”.
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