Una serie di brutali attacchi alle comunità della Middle Belt nigeriana ha provocato almeno 36 morti e molti altri feriti o rapiti, secondo quanto riferito dalla diocesi di Makurdi ad Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). L’ondata di violenza, attribuita da fonti locali a militanti della comunità dei pastori Fulani, ha avuto luogo tra il 24 e il 26 maggio in diversi villaggi dello Stato del Benue. Le vittime, fa sapere Acs, includono civili, un agente di polizia e individui presi di mira in quelli che sembrano essere assalti coordinati diretti agli insediamenti agricoli. Il primo incidente si è verificato il 24 maggio a Tse Orbiam, nell’area di governo locale (Lga) di Gwer West. In questo caso padre Solomon Atongo della parrocchia di Jimba è stato colpito alla gamba sinistra da assalitori armati identificati come jihadisti Fulani. I due passeggeri che lo accompagnavano sono stati rapiti dagli aggressori. Contemporaneamente, un agricoltore locale, che aveva appena concluso la sua giornata di lavoro, è stato ucciso nella sua fattoria. Padre Oliver Ortese, presidente del Comitato consultivo internazionale della diocesi di Makurdi, ha criticato le forze di sicurezza per non essere intervenute durante l’attacco. La violenza si è intensificata il giorno successivo, quando 20 persone sono state uccise ad Aondona, sempre nella Gwer West Lga. Aondona è il villaggio natale del Vescovo di Makurdi, mons. Wilfred Chikpa Anagbe. Lo stesso giorno, tre membri di una famiglia – il padre, il figlio adolescente e un bambino di soli due anni – sono stati uccisi nel villaggio di Yelewata, nella Lga di Guma. L’attacco ha fatto seguito al brutale pestaggio di un agricoltore di 67 anni e alla distruzione della sua fattoria di manioca. Il 26 maggio, altri attacchi hanno causato la morte di cinque persone a Tse Orbiam e di altre sei ad Ahume, nella Gwer West Lga. Un ultimo attacco quel giorno si è verificato sulla Naka-Adoka Road, sempre nel Gwer West, dove uomini armati hanno aperto il fuoco su residenti e viaggiatori, ferendo sei persone e uccidendone una. Padre Ortese, riporta Acs, ha condannato l’impatto di questi ripetuti attacchi sulle comunità locali: “Stanno creando crisi umanitarie, poiché coloro che sopravvivono vengono trasferiti in campi dove diventano mendicanti per sopravvivere. Non potete immaginare la realtà in cui viviamo qui. Questo è orrore. Questo è terrore”. I conflitti tra pastori nomadi e comunità agricole stanziali sono stati un problema persistente nella Middle Belt nigeriana, con cause complesse che includono la competizione per la terra e l’acqua e tensioni etniche, politiche e religiose. Da questa miscela tossica emergono i terroristi Fulani, una minoranza tra i 12-16 milioni di etnia Fulani in Nigeria. Acs, che sta sostenendo la diocesi di Makurdi con aiuti di emergenza, progetti di guarigione dai traumi e iniziative pastorali, invoca una maggiore protezione delle comunità vulnerabili.

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