RIPATRANSONESonia Gaspari, di Ripatransone, ha 19 anni e studia Lingue aziendali all’Università di Urbino, con un focus su russo, cinese e inglese. Oltre ad essere una studentessa appassionata, si dedica alla danza classica e moderna. La sua passione per le lingue e la cultura orientale l’ha portata a distinguersi tra ottanta candidati, risultando una dei venti studenti marchigiani selezionati come ambasciatori di Giocamondo Study per rappresentare la Regione Marche all’Expo 2025 di Osaka, in Giappone, dall’8 al 23 luglio prossimo. Sonia ha ottenuto il riconoscimento grazie a un video promozionale realizzato in perfetto giapponese, dedicato alla valorizzazione del suo borgo natale.

Come ha scoperto questa iniziativa e cosa l’ha motivata a partecipare al bando promosso da Giocamondo Study?

Ho scoperto questa iniziativa davvero all’ultimo momento, solo due giorni prima della scadenza del bando. È stato un vero colpo di fortuna: mia madre mi ha inviato un link su Facebook in cui si parlava del progetto promosso da Giocamondo Study. Mi è bastato un click per capire che si trattava di un’occasione speciale, da non lasciarsi sfuggire. L’idea di partecipare a un’esperienza formativa all’estero, in un contesto internazionale come l’Expo, mi ha subito entusiasmata. Ma ciò che mi ha motivata davvero è stata l’opportunità di rappresentare e promuovere le Marche, la mia terra, ancora poco conosciuta nel mondo. Il mio sogno è raccontare al mondo la bellezza del mio borgo medievale, Ripatransone: un luogo ricco di storia, tradizioni, feste popolari e una comunità autentica. Partecipare a questo bando significava per me portare un pezzetto del mio paese nel mondo.
Questa non è solo un’esperienza di viaggio, ma un’occasione per crescere, confrontarsi con altre culture, uscire dalla propria comfort zone. In un mondo che cambia rapidamente, credo sia fondamentale riscoprire e valorizzare le proprie radici, costruendo ponti tra realtà diverse.

Il video con cui si è candidata, in perfetto giapponese, ha colpito davvero tutti. Come ha scelto cosa dire e perché ha voluto parlare proprio della sua città, Ripatransone?

Realizzarlo non è stato facile: avevo solo due minuti per raccontare qualcosa di significativo.
Dopo un’attenta riflessione, ho deciso di concentrarmi su tre simboli di Ripatransone che ne racchiudono l’essenza: il paesaggio, i prodotti tipici come l’olio e il ciauscolo, e il Cavallo di Fuoco, una tradizione visiva e simbolica molto sentita. Parlare del mio borgo è stata una scelta spontanea. Ripatransone non è solo il luogo dove vivo, ma una parte profonda di ciò che sono. Portarlo all’Expo significa per me dargli voce, anche solo per due minuti.

Che emozione ha provato quando ha saputo di essere stata selezionata tra i venti ambasciatori delle Marche?
Faccio ancora fatica a trovare le parole giuste. Sogno di visitare il Giappone da quando avevo dieci anni, ed essere così vicina a realizzarlo mi sembra irreale. Ancora oggi non ho pienamente realizzato quello che sta accadendo, e credo che ci riuscirò solo una volta atterrata a Osaka. Ma già adesso sento una profonda gratitudine e una forte responsabilità. Spero di essere fonte d’ispirazione per i miei coetanei: a volte basta solo il coraggio di provarci. Voglio ringraziare chi mi ha supportato: la mia famiglia, il Comune e l’intera comunità di Ripatransone. Questo non è solo un mio traguardo, è un traguardo collettivo.

Cosa significa per lei rappresentare le Marche all’Expo di Osaka, un evento così grande e internazionale?

È un onore immenso e una grande responsabilità, che affronto però con entusiasmo. Chi mi conosce sa quanto io sia legata alla mia terra, un amore che mi ha trasmesso mio padre.
Ho scelto di studiare Economia per il commercio e Lingue Aziendali proprio perché sogno di costruire ponti tra culture e mercati, promuovendo le eccellenze del nostro territorio.
Spero di instaurare relazioni significative in Giappone, portando i nostri prodotti e valori all’attenzione internazionale. Essere ambasciatrice delle Marche è un’occasione per dimostrare che anche dalle piccole realtà italiane possono nascere storie grandi.

Lei studia lingue orientali a Urbino. Questa esperienza sarà utile anche per i suoi sdi o per il suo futuro professionale?

Assolutamente sì. Studio Lingue aziendali, concentrandomi su russo, cinese e inglese. Pur non studiando giapponese, questa esperienza sarà preziosa, perché mi permetterà di vivere da vicino una cultura orientale e di confrontarmi con una società diversa. Conoscere culture diverse aiuta a sviluppare un pensiero critico e una maggiore apertura mentale. Sogno un futuro in cui rappresentare le Marche nelle fiere internazionali, collaborando con aziende locali per portare la nostra eccellenza nel mondo.

Uno degli obiettivi dell’Expo è favorire l’incontro tra culture. Cosa le piacerebbe imparare dal Giappone e cosa spera di portare lì, come messaggio o esperienza personale?

Il Giappone mi affascina per il suo equilibrio tra tradizione e innovazione, per la cura dei dettagli e l’armonia con la natura. Mi piacerebbe imparare questi valori osservando la società giapponese da vicino. Da parte mia, porterò la voce delle Marche, la passione di una giovane legata alle proprie radici. Vorrei trasmettere l’idea che la bellezza sta nei piccoli territori, nei gesti autentici, nella semplicità. Se riuscissi a ispirare anche solo una persona a scoprire un angolo d’Italia come il mio, sarebbe già un successo enorme.

Lei si dedica anche alla danza. Pensa che l’arte e la creatività possano essere strumenti utili per raccontare un luogo o una cultura?

Certo. L’arte e la creatività sono strumenti potentissimi per raccontare l’identità di un luogo. In un mondo sempre più digitale, l’arte ci ricorda l’importanza delle emozioni e della connessione umana. La danza, insieme alla musica, alla fotografia, al disegno, è parte del mio modo di esprimere ciò che sento. Sono linguaggi universali che superano ogni barriera culturale. Credo che oggi più che mai sia fondamentale valorizzare l’esperienza sensoriale e artistica per comprendere il mondo che ci circonda.

Questo progetto dà spazio ai giovani come protagonisti. Secondo lei, cosa possono portare i ragazzi come lei nella promozione delle Marche all’estero?

I giovani offrono uno sguardo nuovo, curioso e vicino al presente. E questo è fondamentale per promuovere una regione come le Marche, che ha tanto da offrire ma spesso resta nell’ombra. Penso che abbiamo il dovere di essere parte attiva nel nostro tempo. È vero, il futuro può sembrare incerto, ma non possiamo rinunciare alle nostre radici. Vorrei che i giovani collaborassero tra loro, che venisse data loro fiducia. Solo così potremo generare un cambiamento positivo e duraturo, senza dover cercare altrove ciò che abbiamo già dentro e attorno a noi.

Cosa si aspetta da queste due settimane a Osaka?

Non ho aspettative precise, e forse è questo il bello. Vado con gli occhi aperti e il cuore pronto. Spero di portare con me l’essenza delle Marche, ma anche qualcosa di personale: la mia curiosità, il desiderio di incontrare persone e culture nuove. Da bambina sognavo il Giappone, e ora ci andrò in un’occasione straordinaria. Sarà un momento di crescita autentico, e spero di viverlo con gratitudine e meraviglia.

Ha già qualche idea su cosa vorrebbe fare dopo questa esperienza?

Non ho ancora un piano definito, ma ho molte idee e tanta voglia di mettermi in gioco. Mi piacerebbe continuare a lavorare nell’ambito delle relazioni internazionali, promozione territoriale e dialogo interculturale. Il mio sogno è trasformare le mie competenze in un ponte concreto tra le Marche e il mondo, magari collaborando con enti, aziende o istituzioni che operano a livello globale ma che hanno radici locali. Sogno pertanto un futuro in cui io possa essere non solo una giovane ambasciatrice, ma anche come professionista portando avanti ogni tipo di progetto e magari un giorno potrò contribuire a costruire opportunità per altri giovani, proprio come questa lo è stata per me.

 

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