“La salvezza non viene per incanto, ma per un mistero di grazia e di fede, di amore preveniente di Dio, e di adesione fiduciosa e libera da parte dell’uomo”.
Lo ha ricordato il Papa, sulla scorta di San Paolo, al cui sepolcro ha reso omaggio questo pomeriggio, recandosi nella basilica di San Paolo fuori le mura. “Il Signore, apparendogli sulla via di Damasco, non lo ha privato della sua libertà, ma gli ha lasciato la possibilità di una scelta, di una obbedienza frutto di fatica, di lotte interiori ed esteriori, che lui ha accettato di affrontare”, il riferimento dell’omelia alla conversione dell’apostolo delle genti: “Mentre ringraziamo il Signore per la chiamata con cui ha trasformato la vita di Saulo, gli chiediamo di saper anche noi rispondere ai suoi inviti allo stesso modo, facendoci testimoni dell’amore riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. “Gli chiediamo di saper coltivare e diffondere la sua carità, facendoci prossimi gli uni per gli altri”, la richiesta sulla scia elle parole pronunciate da Papa Francesco in questo stesso luogo, il 25 gennaio 2024: “nella stessa gara di affetti che, dall’incontro con Cristo, ha spinto l’antico persecutore a farsi tutto a tutti), fino al martirio. Così, per noi come per lui, nella debolezza della carne si rivelerà la potenza della fede in Dio che giustifica”.
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