
Di M. Chiara Biagioni
Una storia di dolore e persecuzione ma anche una storia di coraggio e di lotta per la verità e la giustizia. Una storia difficile, durata anni, che ha avuto la fortuna di intrecciarsi con persone rette, che hanno avuto la forza di accogliere la verità e renderne giustizia. Tra queste persone figurano Papa Francesco e Papa Leone XIV. Siamo in Perù e questa è la storia di Paola Ugaz e Pedro Salinas.
Nel 2015, pubblicarono “Mitad monjes mitad soldados” un libro inchiesta che ha scoperchiato gli abusi di un gruppo di laici consacrati e sacerdoti fondato in Perù. Si tratta del “Sodalizio di vita cristiana”, un movimento conservatore fondato a Lima a inizio degli anni 70 dal teologo peruviano Luis Fernando Figari. L’indagine deflagrò, emersero altri indizi che portarono anche ad un sotterraneo giro di abusi e soldi. Nel 2017, Papa Francesco arrivò in Perù e il vescovo José Antonio Eguren, uno dei membri più importanti del “Sodalitium”, lo ha ricevuto durante un evento pubblico. Paola Ugaz e Pedro Salinas protestarono: lei su Twitter, lui con un articolo. Il vescovo Eguren denunciò Salinas e l’8 aprile 2018 un giudice lo condannò per diffamazione. “Il nunzio apostolico, Nicola Girasoli, mi chiamò”, racconta Paola al Sir. “Mi disse che lui e altri vescovi – Carlos Castillo, Pedro Barreto e Robert Prevost – erano solidali con noi e stavano preparando un dossier di supporto. Ecco come ebbi le prime notizie di Prevost”.Il vescovo, futuro Papa, “pochi mesi dopo, insieme a Pedro Salinas, organizzò un incontro con le vittime del Sodalicio e i membri della Conferenza episcopale. Ma questo incontro fallì. Era troppo avanti rispetto ai tempi. Prevost decise quindi di aiutare le vittime individualmente”.
Intanto per i due giornalisti il calvario non era ancora finito. “La persecuzione contro di noi si stava intensificando e stavano cercando di metterci in prigione basandosi su bugie”. Passano gli anni e nel 2022, Paola incontra Papa Francesco a Roma. “Gli chiedo di inviare una missione in Perù per indagare su ciò che stavamo denunciando”. Otto mesi dopo, Papa Francesco inviò una missione guidata dal vescovo di Malta, Charles Scicluna, e da mons. Jordi Bertomeu, che confermò le denunce e altro ancora. Rientrati a Roma, ne informarono il Papa, il quale decise di destituire il vescovo Eguren. Era il 2 aprile 2024.
È qui che iniziarono i problemi per Prevost. “Il Sodalicio ne fu molto scontento e iniziò una campagna contro Prevost”.
Qual era l’obiettivo? Paola Ugaz non ha dubbi: “far saltare le indagini su Sodalicio”.
“Nell’ottobre 2024 – prosegue la giornalista – tornammo a Roma con Pedro Salinas e incontrammo Prevost, il quale, come sempre, ci ascoltò e intervenne per porre fine alla chiusura del Sodalicio. Nel dicembre 2024, Prevost organizzò un incontro con Papa Francesco e tutto ciò contribuì alla chiusura del gruppo, avvenuta il 14 aprile 2025, una settimana prima della morte di Papa Francesco”.
Paola Ugaz e Pedro Salinas erano a Roma per seguire il Conclave e hanno potuto partecipare alla prima udienza di Papa Leone XIV con la stampa internazionale. I due giornalisti erano seduti in prima fila ed hanno potuto stringere la mano e salutare il Papa. “Gli abbiamo donato una sciarpa proveniente dalle Ande peruviane – racconta Paola -, realizzata con lana di alpaca da donne appartenenti a comunità a basso reddito che si guadagnano da vivere esportando indumenti tessuti a mano. Gli ho dato anche dei cioccolatini peruviani perché ha buon appetito. E aggiunge: “Quando ha parlato dei giornalisti incarcerati, mi sembrava che fosse un messaggio rivolto per me e per Pedro Salinas”.
“Sia Leone XIV che Francesco nutrivano un forte rispetto nei confronti del buon giornalismo, che ossigenasse le istituzioni e favorisse i cambiamenti”.
“E questa è una buona notizia per il giornalismo, perseguitato in tutto il mondo”.
Alla luce del suo comportamento nella diocesi e nella Conferenza episcopale peruviana, come pensi si caratterizzerà questo pontificato rispetto alla lotta contro gli abusi sessuali nella Chiesa? Paola Ugaz non ha dubbi: “Sarà una continuazione di ciò che ha fatto Papa Francesco perché ha dimostrato empatia e umanità di fronte agli abusi all’interno della Chiesa”. E conclude: “Il mio desiderio oggi è che Papa Leone XIV visiti presto il Perù”.
0 commenti