
Di Gigliola Alfaro
È tutto pronto per il Pellegrinaggio giubilare di speranza sulle orme della Laudato si’, promosso dalla Conferenza episcopale campana (Cec) per celebrare i dieci anni dell’enciclica sulla cura della Casa comune. Inizierà il 16 maggio dal santuario della Beata Vergine di Pompei, per concludersi il 24 maggio nell’arcidiocesi di Napoli. Lunedì 12 maggio, presso il palazzo vescovile di Acerra, mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana, mons. Gaetano Castello, vescovo ausiliare di Napoli, e padre Daniele Moschetti, missionario comboniano, hanno presentato l’iniziativa. Un Pellegrinaggio voluto, ha spiegato mons. Di Donna, “per i dieci anni della Laudato si’. Il carattere del pellegrinaggio è giubilare. Come ha scritto Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo 2025 una delle caratteristiche dell’Anno Santo è il pellegrinaggio. Un ulteriore motivo è che nel 2025 si festeggiano gli ottocento anni del Cantico della Creature di san Francesco”.

(Foto Cec)
Undici le diocesi direttamente impegnate nell’organizzazione, benché l’iniziativa sia promossa dall’intera Conferenza episcopale campana, il cui territorio sarà percorso da un gruppo di pellegrini costituito da delegati di ogni Chiesa locale. I camminatori attraverseranno l’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia per poi raggiungere la diocesi di Nola (17 maggio), di Acerra (18 maggio), di Aversa (19 maggio), di Caserta (20 maggio), le diocesi di Teano Calvi e Sessa Aurunca (21 maggio), l’arcidiocesi di Capua (22 maggio), la diocesi di Pozzuoli (23 maggio). I pellegrini giungeranno nell’arcidiocesi di Napoli il 24 maggio, data in cui, nel 2015, fu pubblicata l’enciclica Laudato si’. Un grande Meeting a Piazza del Gesù concluderà il cammino. In questo tempo giubilare, l’iniziativa vuole essere un segno di speranza per una terra dalle non poche ferite all’ambiente, con pesanti ricadute sulla salute degli abitanti.Preghiera, penitenza, denuncia e annuncio le caratteristiche di questo cammino delle Chiese campane che toccherà alcuni luoghi simbolo dello scempio territoriale, con l’intento di “tenere alta l’attenzione sulla cura dell’ambiente e offrire occasioni di confronto coinvolgendo istituzioni, associazioni, scuole, società civile”.
“Il Pellegrinaggio si inserisce nel contesto del cammino intrapreso da diversi anni dalle nostre Chiese nel territorio compreso tra Napoli e Caserta. Le Chiese della Campania hanno raccolto in questi anni il grido di dolore di un popolo colpito da quello che i vescovi hanno chiamato ‘dramma umanitario’. Di fronte alle morti di giovani e all’inquinamento ambientale la popolazione ha avuto risposte piuttosto deboli dalle istituzioni e quindi si è rivolta alle comunità ecclesiali, ai vescovi. E noi
abbiamo ascoltato ‘il grido della Terra e dei poveri’.
Lo stesso Papa Francesco ha confessato che sorvolare in elicottero le terre tra Napoli e Caserta, nel 2014, è stato uno tra i motivi dominanti per scrivere le profetiche pagine della Laudato si’, che già il 26 settembre 2015 determinò per le nostre Chiese, che già stavano facendo questo cammino, una svolta e un ulteriore impulso: tutti i vescovi convennero ad Acerra in occasione della Giornata regionale del Creato. Fu già quello un ‘pellegrinaggio interiore’ quale tappa di sintesi di un percorso nelle diocesi sulla salvaguardia del creato”, ha precisato mons. Di Donna, che ha ricordato anche la funzione di stimolo presso le istituzioni che in questi anni le Chiese hanno svolto per la presa in carico del dramma ambientale e di salute della popolazione di questa area. “Per sette giorni, attraverseremo il territorio di diocesi con siti inquinati di ‘interesse nazionale’ toccando luoghi simbolo, evidenziando criticità ma anche opere segno. Tutte le Chiese della Campania sono unite spiritualmente: quelle non direttamente coinvolte promuoveranno iniziative locali”, ha aggiunto il presidente della Cec, evidenziando: “Con il Giubileo ribadiamo che la cura della Casa comune parte dall’accoglienza della sofferenza di un popolo dal quale siamo stati convertiti alla causa ambientale, in relazione con il lavoro e i poveri”. Nell’Anno Santo “il Pellegrinaggio ha una forte valenza simbolica – ha chiarito mons. Di Donna -. Ma non sarà un Pellegrinaggio virtuale, sarà reale.
Avremo anche un gruppo di camminatori, tra le 20 e le 30 persone, armati di zaini e sacco a pelo, che ogni giorno visiteranno i siti individuati delle diocesi interessate.
A questo zoccolo duro di camminatori si uniranno giorno per giorno fedeli, abitanti, cittadini della zona che sarà attraversata dal Pellegrinaggio”.

(Foto Cec)
Il fiume Sarno, lo Stir di Tufino e le cave nel nolano, l’inceneritore ad Acerra, il biodigestore di Gricignano d’Aversa, la discarica di località Lo Uttaro nel casertano e quella dell’area ex-Pozzi Ginori a Calvi Risorta, la zona di Bagnoli e quella di Napoli Est sono alcuni dei luoghi che i pellegrini raggiungeranno. Non mancherà la voce di chi si impegna per le bellezze locali e per la cura di quanti vivono condizioni di fragilità. Il gruppo di delegati visiterà luoghi di interesse naturalistico, come la foce del Volturno, e storico-artistico; incontrerà esperienze di speranza e solidarietà come quelle di Campo Laudato si’ di Caserta, di Impronta solidale della Caritas di Nola, della Locanda del gigante, comunità per tossicodipendenti ad Acerra, del Centro di prima accoglienza Fernandes nell’arcidiocesi di Capua, del Centro polifunzionale Arcobaleno della diocesi di Pozzuoli.
“Sarà anche un Pellegrinaggio di speranza – ha affermato il presidente della Cec -, evidenziando i segni di bene che ci sono nelle nostre terre. Speranza che diventa concreta perché proprio in questo periodo il nostro territorio è interessato dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di qualche mese fa, che è stata un segno di speranza. E a breve scade il termine per la consegna al governo di una relazione da parte del commissario unico nazionale per la bonifica dell’area denominata Terra dei Fuochi, il generale Giuseppe Vadalà. In base a questa relazione il governo stanzierà i fondi per le bonifiche, di cui abbiamo estremo bisogno. Sappiamo che per le bonifiche non bastano i soldi, occorre avviare un iter anche dal punto di vista giuridico governativo abbastanza complesso”. Tra l’altro, ha rilevato,“secondo alcuni una vera e propria bonifica dei siti inquinati non può avvenire perché bonifica significa ripristinare lo stato dei luoghi a com’erano prima dell’inquinamento. Secondo gli esperti questo non potrà avvenire, ma si può giungere alla messa in sicurezza di quei siti”.Altro motivo di speranza, secondo mons. Di Donna, è che “sta crescendo la sensibilità delle persone verso la questione ambientale, come pure l’educazione alla cura del Creato nelle nostre comunità. Pace, giustizia e custodia del Creato vanno sempre insieme”.
Il missionario comboniano ha ricordato come ci siano tante “Terre dei fuochi” e come l’uomo stia distruggendo le foreste in Amazzonia o in Congo, “eppure non c’è sufficiente sensibilità verso questi temi”. P. Daniele Moschetti ha raccontato come sia stato un “cammino sinodale” quello svolto negli ultimi sei mesi per organizzare il Pellegrinaggio. Padre Daniele ha, inoltre, anticipato che
nell’ultimo giorno a Napoli sarà presentato “un documento che per ora è ancora aperto, per il contributo di chi parteciperà al Pellegrinaggio”.

(Foto Cec)
Mons. Gaetano Castello ha voluto sottolineare come “sia stato bello, durante la preparazione, scoprire quanti movimenti, gruppi e associazioni si occupino attivamente della cura del Creato. Nelle intenzioni di Dio il compito dell’uomo è di custodire il Creato”. Mons. Castello ha rimarcato anche l’importanza di un impegno civile su questi temi.“Abbiamo organizzato l’ultimo incontro a Napoli nel contesto delle nostre comunità e dei gruppi religiosi, ma anche con un’attenzione alle responsabilità civili, non solo con uno spirito di denuncia per vedere quanto ancora da fare c’è, ma anche per osservare quanto si sta facendo già. Per questo nella manifestazione conclusiva a piazza del Gesù, a Napoli, ci saranno non solo le autorità religiose, tra cui il card. Mimmo Battaglia, ma anche quelle politiche per un’interlocuzione positiva affinché l’impegno venga riaffermato insieme”.
0 commenti