Ali Javed (foto: Caiffa/SIR)

La tregua tra India e Pakistan, dopo i bombardamenti della scorsa settimana legati alla questione del Kashmir e all’attentato terroristico del 22 aprile scorso, “sta reggendo. Grazie alla mediazione di alcuni Paesi amici, non solo degli Usa con il presidente Donald Trump, ma anche dell’Italia”.

Lo ha affermato Ali Javed, ambasciatore pakistano in Italia, a margine di un incontro su “Unilateralismo contro multilateralismo: minaccia alla legalità e legittimità dell’ordine basato sulle regole” che si è svolto nella sede dell’ambasciata pakistana a Roma. Gli scontri armati con l’India della settimana scorsa hanno causato 51 vittime in Pakistan, 40 civili e 11 militari, secondo l’esercito di Islamabad, che registra inoltre 121 feriti tra i civili e 78 tra i militari. “Voglio sottolineare anche il ruolo che altri Paesi partner hanno giocato e il loro contributo per fermare questo potenziale conflitto – ha precisato -: ad esempio la Cina, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, l’Iran, portando a una rapida conclusione di questo conflitto potenzialmente molto difficile. La situazione potrebbe riaccendersi di nuovo in futuro, come in passato. È importante, a questo proposito, rispettare e onorare le risoluzioni delle Nazioni Unite”. Il riferimento è alle risoluzioni Onu del 1948 e del 1950 – mai rispettate perché l’India si oppone – che chiedevano un referendum sull’autodeterminazione del Kashmir. Javed ha perciò auspicato ” un referendum nell’area” (il Kashmir), affinché “la gente del posto possa decidere del proprio futuro. Qualunque sarà il risultato di quel referendum, l’importante è che venga rispettato da entrambe le parti”. L’ambasciatore chiede “al Presidente degli Stati Uniti di svolgere il suo ruolo, insieme ai leader mondiali, perché rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite è una responsabilità globale” e “all’Europa, ai nostri amici occidentali e ad altri, di costringere i due Paesi a dialogare e a stabilire un ordine internazionale, facendo ciò che chiedono le Nazioni Unite. E lo ripeto: ci chiedete di parlare, ma da parte dei due partner, uno non parla. Quindi, dove ci porta tutto questo? Da nessuna parte. Questa è dunque la situazione attuale. Spero che in futuro prevalga il dialogo” e “che finalmente riusciremo a risolvere quella che è ormai la più lunga questione irrisolta del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. E per questo sono state combattute quattro guerre, guerre su vasta scala”.

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