I Vescovi della Conferenza episcopale messicana, riuniti per la loro assemblea plenaria, esprimono, nel messaggio al popolo di Dio diffuso Giovedì 1° Maggio, anzitutto “il clima di comunione e unità” con il quale hanno celebrato l’Eucaristia in suffragio di Papa Francesco, nella Basilica di Guadalupe. Qui, è stato ricordato il suo viaggio nel Paese, nel 2016.

Il messaggio, affronta, poi, i temi della violenza, della famiglia, della riconciliazione e pace. I vescovi denunciano “la violenza che non cessa e che ha un impatto diretto sulle famiglie e sulle varie sfere della società, compresa la Chiesa cattolica, come l’omicidio di 8 giovani e il ferimento di 6 membri di un gruppo di giovani nella comunità di San José de Mendoza, nella diocesi di Irapuato; le sparizioni forzate di persone che finiscono o in tombe clandestine o incenerite o nelle fila della criminalità organizzata; l’alcolismo e la tossicodipendenza che si stanno diffondendo nelle comunità più remote; la riforma giudiziaria, di cui una delle applicazioni è l’imminente elezione per varie cariche nella magistratura”.

Prosegue la nota: “Di fronte a un panorama poco incoraggiante, e approfittando del contesto dell’Anno Santo giubilare, invitiamo tutti i membri del Popolo di Dio a diventare segni di speranza, iniziando a prestare attenzione a tutto il bene che c’è nel nostro Paese”. Questo, per essere “una Chiesa in cui tutte le voci contano, specialmente quelle delle famiglie, delle donne, dei giovani, delle popolazioni indigene, dei migranti, delle vittime della violenza e di ogni forma di discriminazione. Continuiamo a costruire famiglie forti, comunità riconciliate e una società in cui la vita abbia valore e la pace sia possibile. La garanzia più forte della nostra speranza è il Signore risorto”.

Aggiungono i vescovi: “Come pastori, nella nostra missione profetica, non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla violenza che insanguina il nostro Paese. Insieme a voi, abbiamo pianto le vittime del crimine, della corruzione, dell’impunità e della paura. Sappiamo che non c’è pace senza giustizia, né giustizia senza verità, né verità senza amore. Il Messico continua a essere un Paese profondamente ferito, ma non possiamo abituarci a questo dolore. Ci sentiamo chiamati ad annunciare chiaramente il Vangelo della pace, che richiede la denuncia del peccato strutturale, la consolazione delle vittime e la promozione di percorsi concreti di riconciliazione. Non si tratta di ingenuità, ma di fedeltà al Regno di Dio”.

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