(Foto Calvarese/SIR)

Di Giuseppe Muolo

La sclerosi multipla è entrata nella vita di Dalila Russo otto anni fa. Le dissero che non avrebbe più potuto lavorare. Oggi è avvocato e direttore commerciale dell’impresa di famiglia. Mara fu licenziata dopo la diagnosi di un tumore, ma grazie a BB Holding, azienda di Firenze fondata sull’inclusione, ha ritrovato un lavoro e soprattutto la dignità. Marco, a causa dei suoi problemi di salute, non avrebbe mai pensato di poter dare un contributo alla società. Ma poi la cooperativa Arte e Libro Onlus ha cambiato la sua vita e quella della sua famiglia. Storie di sofferenza, ma soprattutto di speranza, che si aggiungono a quelle di tanti che il 28 e il 29 aprile celebreranno il Giubileo delle persone con disabilità, con un pensiero e una preghiera speciale a Papa Francesco, che nei suoi dodici anni di pontificato ha sempre avuto grande attenzione per il mondo della fragilità. Le loro testimonianze sono state al centro del convegno “Scoprire, tutelare e sviluppare il valore delle persone con disabilità”, che si è tenuto negli scorsi giorni a Palazzo Borromeo. Un incontro organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, in collaborazione con il Comitato Interministeriale per i Diritti Umani, volto a promuovere un’inclusione a trecentosessanta gradi.

Foto Calvarese/SIR

La malattia insegna. Era un normale giorno di marzo, quando nel 2017, a soli 25 anni, Dalila Russo ha ricevuto la diagnosi di sclerosi multipla. Aveva appena iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia. “Non potrà più fare tutto ciò che faceva prima”, disse il medico di base ai suoi genitori, in una conversazione che lei ha origliato di nascosto. “A quelle parole tutte le mie certezze sono crollate all’improvviso”, ha raccontato Russo. Ma oggi ha realizzato tutti i suoi progetti di vita “e forse anche qualcosa in più”, ha aggiunto con il sorriso. Tuttavia, le difficoltà della malattia non mancano.

“Avere la sclerosi multipla significa svegliarsi al mattino e sentirsi senza energie. Significa impiegare il doppio del tempo per concentrarsi e gestire delle terapie che distruggono il sistema immunitario. Ho imparato ad affrontare tutto quanto grazie alla mia famiglia e al mio matrimonio”.

La sua forza la mette anche a disposizione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism), per la quale è impegnata. “Se c’è una cosa che la malattia mi ha insegnato, è che arrendersi non è mai un’opzione”.

Una storia di speranza. Una storia di speranza che fa il paio con quella di Mara. Di lei ha parlato Marco Bartoletti, fondatore e presidente di BB Holding, azienda fiorentina specializzata in accessori per le aziende della moda e del lusso, nata per promuovere un modello di accoglienza e valorizzazione delle diversità e delle disabilità. “Il suo datore la licenziò quando scoprì del tumore – ha raccontato Bartoletti -. Noi invece abbiamo deciso di assumerla. Mi disse:

‘Marco, ma in fondo, di me, che cosa se ne deve fare?’

È terribile che una ragazza di vent’anni arrivi a giustificare una situazione del genere. C’è ancora molta strada da fare”.

Da ‘impresa impossibile’ a ‘progetto realizzabile’. Chi ne ha fatta tanta, e anche in poco tempo, è Marco Calderone. Giovane dipendente della cooperativa Arte e Libro Onlus. Una realtà nata nel 1984 come espressione della Comunità Piergiorgio Onlus di Udine. Una compagine sociale composta da soci lavoratori, la maggior parte dei quali con disabilità o provenienti dall’area penitenziaria o dal disagio sociale. “È un ‘azienda che ha creduto nell’inclusione lavorativa, non come un’impresa impossibile, ma come un progetto realizzabile – ha detto Calderone -. Io tutto questo l’ho provato sulla mia pelle. Né io, né la mia famiglia, avremmo mai immaginato di testimoniare come la dignità possa sbocciare in un ambiente tranquillo e sereno”.

“Dare e avere è la sintesi di questo progetto, dove il ricevere, per me, ha superato di gran lunga il dare”.

Il valore delle persone. Nella stessa prospettiva è nato BreakCotto, un progetto di scuola-lavoro realizzato da IVS Italia e Chicco Cotto per favorire l’inserimento di persone con disabilità e in difficoltà nel mondo del lavoro. Una realtà nata anche grazie all’impegno di don Andrea Bonsignori, pedagogista e a capo della scuola del Cottolengo di Torino, che vede la Chicco Cotto, da lui creata, non solo come un’impresa sociale, ma come una società che si trova sul mercato e ha il coraggio di essere uguale a tutte le altre.

“A noi interessano gli sguardi e il valore delle persone – ha sottolineato don Bonsignori -. Ogni persona, qualunque sia la sua situazione, possiede una grande capacità, che bisogna scoprire e tutelare”.

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